La dimensione dell’azienda agricola non è correlata con la quantità di emissioni prodotte, che dipendono piuttosto dalla gestione e dalle pratiche adottate negli allevamenti. A questa conclusione, che scagiona il settore lattiero-caseario dall’accusa di essere tra i più importanti responsabili della produzione di gas serra, è arrivato un gruppo di ricercatori dell’Università diWisconsin-Madison (Stati Uniti), che ha studiato i fattori biofisici delle principali fonti di emissione all’interno di un’azienda agricola per la produzione di latte.
Com’è noto, una delle principali cause dell’effetto serra è la presenza nell’atmosfera di sostanze gassose come l’anidride carbonica (CO2) ed il metano. La CO2 si ottiene dai processi di combustione delle benzine, del carbone, del legno, ma anche dai processi metabolici degli animali. Altro gas a effetto serra è il metano: si ottiene dal metabolismo di alcuni batteri chiamati “metanogeni” che si trovano nell’ambiente e nell’apparato digerente degli animali. Come hanno dimostrato gli studiosi, analizzando la tipologia di alimentazione somministrata alle bovine, la sostanza secca ingerita e l’efficienza della conversione alimentare sono i responsabili della produzione (la quantità giornaliera) e dell’intensità (quanti grammi per chilo di latte) di metano enterico.
Ugualmente influiscono le fibre e i lipidi, mentre le proteine aumentano la presenza di azoto nel letame. È stato evidenziato come lo stoccaggio a lungo termine di liquami non trasformati sia una delle principali cause di emissione di gas serra, ma l’adozione di corrette pratiche per separare il solido dal liquido le riducono in modo sostanziale, così come la quantità, le tempistiche e le modalità di applicazione di fertilizzanti nei campi sono i punti chiave da tener presenti per diminuire le emissioni di azoto dai terreni. “La variabilità delle emissioni di gas serra in azienda – si legge nello studio – è stata correlata più a specifiche pratiche di management piuttosto che alle dimensioni dell’allevamento o al sistema di produzione lattierocaseario.
L’adozione di ottimali pratiche nella gestione dell’alimentazione, delle coltivazioni e del letame potrebbe ridurre in maniera sostanziale le emissioni di gas serra negli allevamenti da latte”.