L’evoluzione dell’azienda agricola Ferrero
SANT’ALBANO STURA
Dalle ruvide mani di bisnonno Pietro agli ultramoderni bracci robotici in funzione ventiquattrore su ventiquattro. Dalla fatica del lavoro nei campi alla tecnologia applicata all’allevamento. Da una quindicina di persone in cascina a un unico responsabile per tutta l’azienda. È una vera rivoluzione quella cui, in oltre cent’anni di storia, ha assistito l’azienda agricola Ferrero. Una rivoluzione fatta di sacrifici, impegno e scommesse sul futuro. È cambiato praticamente tutto da quando agli inizi dello scorso secolo Pietro Ferrero (classe 1888) arrivò a Sant’Albano Stura, dopo aver girovagato un po’ la pianura lavorando come mezzadro. Soltanto la passione per questo lavoro è rimasta la stessa, tramandata di generazione in generazione.
AL BERGAMINO
È il 1928. Al Bergamino, località di Sant’Albano, c’è una piccola cascina in affitto. Pietro decide di mettere radici e spostarsi con tutta la famiglia, con i figli Giovanni Battista (1911), Giovanni (1912) e il piccolo Pietro (1927). Dopo aver lavorato duramente nelle campagne di mezza provincia, è arrivato il momento di trovare la propria collocazione. Sono anni di fatica, tanto sudore e impegno. Sono gli anni del regime fascista, del contingentamento delle scorte, dei venti di guerra. Ma nessuno,fortunatamente, sarà costretto a partire per il fronte. Un pezzo alla volta, la cascina e la famiglia si allargano: tra figli, zii e nipoti sono quasi una ventina le persone che, ciascuna a suo modo, contribuisce nel far crescere l’azienda. Gli animali da accudire nelle stalle, le incombenze dei campi.
CASCINA MOLLEA
È Giovanni Battista, dopo essersi sposato con Giuseppina Blengino, a lasciare per primo il Bergamino. Con lui ci sono i figli Pietro (’40) e Adriano (’45). Si trasferisce così a “Cascina Mollea”, a duecento metri da dove oggi macchinarifuturistici si occupano di mungere centinaia di vacche. Accanto alla casa, una vecchia stalla in grado di ospitare una quarantina di animali. E qui inizia, dopo la divisione dell’azienda del papà tra i tre fratelli, un’altra storia. Già allora la passione e l’ambizione non mancavano. Dopo pochi anni, il primo ampliamento, con la costruzione di un’altra stalla: altri venti animali si aggiungono nel giro di qualche anno. Tutto il lavoro viene fatto a mano: dalla semina dei campi alla trebbiatura, dalla cura delle vacche alla mungitura (accanto alle piemontesi, iniziano a comparire le prime frisone). Nella stalla, fin da quando era poco più che un bambino, c’è Adriano. Il lavoro non lo spaventa e quando, nel 1968, il papà decide di fare un ulteriore salto di qualità, lui è pronto a seguirlo.
LA NUOVA CASCINA
Così, in un terreno poco distante da “Cascina Mollea”, si gettano le basi per quella che diventerà l’attuale azienda agricola. Si comincia proprio scavando, costruendo le fondamenta della casa, della stalla e del portico. Un trasloco di pochi metri, che – se possibile – ha avvicinato ancor più Adriano a quella che, cinque anni dopo (1975), diventerà sua compagna di vita. Con Marilla Costamagna è cresciuto fianco a fianco, ad appena due cascine di distanza, diventando passo dopo passo uomo e caricandosi sulle spalle le responsabilità dell’intera azienda proprio nell’anno del matrimonio. Giusto il tempo di un viaggio di nozze a Venezia, a bordo di una Fiat 128 verde acqua, per poi rituffarsi a tempo pieno nell’attività di famiglia. Una famiglia che in poco tempo accoglie l’arrivo della primogenita Mirosa (’75) e di Flavio (’78), cui oggi è affidato il compito di guidare l’azienda. Un primo passaggio verso l’automazione, che è diventata la cifra distintiva dell’allevamento Ferrero, avviene poco prima del matrimonio di Adriano. Nel ’72 arriva la mungitrice meccanica, che di lì a qualche anno (’80) lascerà spazio a un impianto di trasporto latte all’avanguardia per allora. È questa l’epoca in cui il capofamiglia, sostenuto dall’insostituibile compagna (è lei, soprattutto, a occuparsi delle mungiture), converte completamente l’allevamento a vacche da latte, mandando in pensione le ultime piemontesi in stalla. Una stalla che però non basta più, tanto che nel 1985 se ne affianca un’altra (da circa 50 capi) e nel 1996 un’altra ancora (130 animali). È proprio con quest’ultima costruzione, che la tecnologia in azienda fa un altro passo in avanti: si realizza la sala mungitura (16 gruppi), arrivando a una produzione a regime attorno ai 50 quintali al giorno. Per Flavio, nato e cresciuto con l’amore per gli animali, è quasi naturale proseguire l’attività del padre. Fin da piccolo, a tutti – comprese le maestre – raccontava che da grande avrebbe fatto il contadino, avrebbe munto le vacche. È così è stato.
LA STALLA DEL FUTURO
Passata la burrasca delle quote, l’azienda non smette di crescere e conquista anche importanti riconoscimenti italiani per la qualità della produzione. Sposato con Delia Combale (nel 2006), rileva ufficialmente l’attività dal papà nel 2015, iniziando a scrivere un nuovo capitolo della storia Ferrero. Poco alla volta matura l’idea di trasformare la propria azienda in una cascina all’avanguardia, con poca manodopera, molta tecnologia e una gestione manageriale dell’attività. Preso il coraggio a due mani, decide di realizzare da zero una nuova stalla, pensata proprio in funzione delle nuove esigenze: si costruisce così un avveniristico stabile, dotato di 370 cuccette per gli animali, sei postazioni per robot di mungitura (attualmente sono 4 quelli in funzione), un ultramoderno sistema di raccolta e refrigerazione del latte. Un’industria agricola, in tutti i sensi, sia per dimensione che per modalità di gestione. E infatti, la stragrande maggioranza dei lavori in campagna vengono affidati a contoterzisti, così che Flavio – coadiuvato da prezioso aiutante Marco Pompeiano – possa dedicarsi anima e corpo agli animali. Oggi la nuova stalla si sta, poco alla volta, popolando. Le bestie devono familiarizzare con il nuovo metodo di mungitura che, a regime, dovrebbe portare la produzione sopra i 100 quintali al giorno. Tutto è diverso, tutto è cambiato. Soltanto la passione per questo lavoro è rimasta la stessa.
1928
Il capostipite Pietro affitta una cascina al Bergamino; con lui ci sono i tre figli
1950
Acquistata Cascina Mollea, dove andrà a vivere il primogenito Giovanni Battista
1968
Si costruisce da zero una nuova casa, con stalla e portico
1973
Adriano subentra al papà Giovanni Battista
1985
Cominciano gli ampliamenti: due stalle in pochi anni
2019
Su iniziativa di Flavio, che ha sostituito il padre Adriano, arrivano in azienda i robot per la mungitura