L’azienda agricola “La Magliana” all’avanguardia fin da subito
Quando, poco più che ragazzi hanno scelto quest’angolo di provincia per mettere radici, nella stalla bisognava sbrigarsi prima che facesse buio. L’elettricità ancora non era arrivata dappertutto. Almeno non nella cascina dove papà Gabriele, con la famiglia, aveva deciso di traslocare dopo gli anni trascorsi a Tetti Roccia (Savigliano) e Santa Cristina (Tarantasca).
La storia della famiglia Paschero, oggi titolare della “La Magliana” di Sant’Albano, è fatta di scommesse sul futuro, ma con i piedi ben piantati a terra. E mani che non hanno paura di sporcarsi, di faticare e sudare per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.
LE ORIGINI
Classe 1914, è Gabriele a piantare il primo seme. Da Passatore (Cuneo), terra della fanciullezza, si trasferisce a Santa Cristina, paese natale della moglie Maddalena (1923). Qui, mentre nel mondo soffiano venti di guerra, riescono ad affittare un piccolo podere (5 giornate), con annessa cascina. Sono anni durissimi, fatti di sacrifici e paure, che tuttavia non incrinano i cuori e la voglia di metter su famiglia.
Dopo il matrimonio, nascono 5 figli: Marisa, Romano, Franco (1948), Silvana ed Ettore (1958).
In quella piccola azienda non c’è spazio per tutti. Così, la decisione di trasferirsi a Tetti Roccia, frazione alle porte di Savigliano, dove le 9 giornate di terreno offrivano già una prospettiva migliore. Non passano troppi anni che un’altra opportunità si presenta alla porta: in via Cuneo, sempre a Savigliano, si è liberata una cascina che i proprietari vorrebbero volentieri affittare a qualcuno di buona volontà. Gabriele e la sua famiglia si preparano così a un altro San Martino, traslocando in quell’azienda senza elettricità, ultima tappa prima dell’arrivo a Sant’Albano. Nella stalla una ventina di animali, 18 giornate di cui prendersi cura.
Ma il lavoro non spaventa nessuno e anzi, mentre crescono i figli, cresce anche la voglia di pensare più in grande.
L’ARRIVO A SANT’ALBANO
È il 1969 quando, con Franco pronto a prendere in mano le redini dell’azienda ed Ettore deciso a seguirne le orme, il trasferimento a Sant’Albano, in una grande cascina di proprietà dei conti Cordero di Montezemolo. Quaranta giornate, una settantina di capi. Accanto alle vacche piemontesi, compaiono le prime frisone, che poco alla volta costituiranno l’intera mandria dell’azienda agricola.
Azienda in cui collaborano anche altri membri della famiglia, il cognato Gabriele Donalisio con suo fratello Lorenzo.
LA NASCITA DELLA COOP
Dieci anni più tardi, l’opportunità che si presenta soltanto una volta nella vita. A poca distanza, un terreno di sei giornate viene messo in vendita. È l’occasione per fare il grande passo, per diventare effettivamente padroni del proprio destino. Ettore, Franco, Gabriele e Lorenzo decidono di costituire la Cooperativa “La Magliana”. Una scelta lungimirante, quella di unire le forze, che ha permesso all’azienda agricola di essere fin da subito all’avanguardia, senza costringerla a riorganizzazioni improvvise o adattamenti improvvisati.
Si comincia con il costruire la stalla, una struttura moderna con cuccette. Si parte con una settantina di animali, una mandria completamente nuova (le vacche precedenti sono state vendute per acquistare quelle nuove), con capi selezionati direttamente dal Canada e dalla Lombardia. Si decide, in anticipo rispetto ai tempi, di realizzare anche le trincee per gli insilati, che poco alla volta si stavano diffondendo come modello d’alimentazione. E, ovviamente, arriva la prima sala mungitura (10+10), che – curiosamente – riuscirà a entrare in funzione soltanto qualche tempo dopo la sistemazione degli animali. Così, prima di sperimentare la modernità, i ragazzi hanno dovuto riscoprire le tradizioni, tornando per qualche settimana a mungere a mano.
È l’inizio di una nuova avventura, di una crescita che arriva fino a giorni nostri, con un assetto societario leggermente diverso, ma con la stessa voglia di allora.
Superato lo scoglio del periodo quote latte, con spese non indifferenti per rispettare le regole, l’azienda si affaccia al nuovo millennio. Raggiunta la meritata pensione per Gabriele (nel 2000), qualche anno dopo anche Lorenzo esce dalla cooperativa. Nel 2010 subentra Paolo, classe 1983, figlio di Franco e Caterina Vignolo (Elena è la loro secondogenita), che insieme al papà e allo zio Ettore (sposato con Olga Rocca, Federica ed Elisa le loro due figlie) ora si occupa della gestione di quasi 700 animali in tutto, di cui 335 in mungitura, per una produzione giornaliera che s’aggira attorno ai 135 quintali.
Prima di arrivare all’oggi, altri importanti traguardi raggiunti.
Nel 2012 la cooperativa differenzia gli investimenti, realizzando un impianto biogas da 100 kW: un sistema per la produzione di energia pulita, che utilizza esclusivamente i liquami aziendali e consente una gestione ottimale degli scarti animali. Sul tetto, compare anche un impianto fotovoltaico (50kW), pensato per l’autoconsumo.
Risistemate le cuccette e “aggiornata” la sala mungitura, l’anno scorso la decisione d’ampliare ulteriormente la stalla con la costruzione di una nuova struttura che si raccorda con quella precedente. Tenendo come punto fermo il benessere animale – che, secondo le parole dei titolari della cooperativa, è stato il punto di svolta per rendere più produttive le stalle –, si decide di “sventare” in parte la stalla, affiancandole un’ampia tettoia. Nuovi spazi, altri animali.
Oggi “La Magliana”, grazie a una gestione oculata e razionale, è pronta ad affrontare le sfide del futuro, conservando quella passione da cui è nata e che ha portato nonno Gabriele a girovagare per mezza provincia prima di piantare radici.