Quasi trentamila controlli sulla filiera agroalimentare, con particolare attenzione ai prodotti di qualità Dop, Igp e biologico. Attenzione anche al canale dell’e-commerce, esploso proprio durante il periodo della pandemia. Questi i numeri dell’attività dell’Ispettorato antifrode del Ministero dell’Agricoltura nei primi quattro mesi dell’emergenza virus, durante i quali la filiera agroalimentare ha continuato a fornire il suo apporto indispensabile ai consumatori e non si è fermata neanche durante il lockdown, dalla produzione, alla trasformazione, alla vendita, continuando a garantire qualità, sicurezza e eccellenza.
Le irregolarità riscontrate sono state in linea con gli indici registrati prima dello stato emergenziale, a dimostrazione del fatto che non si è speculato in un momento di particolare difficoltà per tutto il mondo. «Quando tutto era chiuso, come dimostrano i dati del report, il settore agroalimentare ha retto. Adesso è nostro dovere scommettere sulla ripartenza e rilanciare tutto il comparto, fatto di tanti uomini e donne che non si sono mai tirati indietro ma hanno continuato a lavorare per consentire all’Italia di mantenere intatte le sue abitudini alimentari», dichiara la ministra Teresa Bellanova. Sotto la vigilanza dell’Ispettorato, le filiere nazionali di qualità hanno continuato le loro produzioni, facendo registrare in questi quattro mesi: 3,3 milioni di cosce di prosciutto marchiate, 8 milioni di vaschette di prosciutto, 3,9 milioni di forme di formaggio marchiate e 13,7 milioni di kg di formaggio grattugiato; circa 2,6 milione di litri di olio DO/IG; circa 26 milioni di Aceto balsamico di Modena; 1,1 milioni di kg di riso, 7,7 milioni di kg di ortofrutta a DO/IG, 6,7 milioni di kg di Pasta.
Sul fronte sanzionatorio, nel periodo febbraio – maggio 2020, la percentuale maggiore di sanzioni irrogate riguarda il settore vitivinicolo (286 provvedimenti emanati, pari ad oltre il 55% del totale), poi quello delle produzioni agroalimentari a denominazione registrata con poco più del 24% del totale (pari a 125 ordinanze), e infine con 51 provvedimenti e circa il 10% del totale, il settore concernente l’etichettatura dei prodotti.