Tornano a crescere la coltivazioni di mais

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Fresh corncob isolated on white background

L’Istat ha pubblicato un recente studio sull’incidenza delle coltivazioni cerealicole in Italia. Tra il 2010 ed il 2020, sul complesso delle superfici coltivate a cereali cresce l’importanza relativa del frumento duro (dal 36,9% al 40,3%) e del frumento tenero (dal 15,8% al 16,7%) mentre scende quella del mais (dal 26,7% al 20,1%).

In dieci anni, a livello nazionale, il calo della superficie a mais è diminuita del 35% (da 927mila ettari a 603mila ettari).

Nonostante il mais rappresenti la prima coltura cerealicola nazionale in termini di produzione e per livello di resa produttiva per ettaro, il settore maidicolo ha perso progressivamente competitività a causa di una serie di criticità convergenti: la contrazione dei prezzi, gli elevati costi fissi ed il maggiore rischio sanitario a cui sono esposte tali colture che incide anche sulla componente variabile dei costi.

Per quest’anno, però, si prevede un cambio di tendenza rispetto agli ultimi anni con un seppur lieve aumento delle superfici coltivate a mais, probabilmente riconducibile al ruolo importante di tale coltura nell’ambito delle filiere della zootecnia e della bioindustria.  Mentre la previsione di incremento del 36% delle Isole non risulta significativa, la previsione che caratterizza il Nord est (+3,1%), dove è localizzato il 42,5% delle superfici, bilancia le flessioni delle altre ripartizioni.