La Commissione per la protezione dei consumatori del Parlamento Europeo ha approvato un progetto per contrastare le differenze esistenti tra i cittadini dei diversi paesi, l’introducendo indennizzi collettivi e imponendo multe più salate per le imprese che adottano comportamenti sleali.

I consumatori che acquistano su internet dovranno essere informati in modo chiaro su chi sta vendendo il prodotto o il servizio, se è un commerciante o un consumatore, rendendo chiaro fin dall’inizio dove far ricadere la responsabilità e quali leggi devono essere applicate. Un progetto che assicura trasparenza anche sulle ricerche online: gli utenti riceveranno informazioni precise sul posizionamento nei risultati di ricerca e sapranno se l’ordine con cui vengono mostrati è dovuto a una campagna a pagamento. Vengono inoltre ampliati i diritti dei consumatori che utilizzano i servizi digitali “gratuiti”, come quei contratti per cui non è richiesto il pagamento ma che permettono agli esercenti di usare i dati personali dei consumatori, che da oggi potranno recedere dal contratto entro 14 giorni dalla sottoscrizione.

Il secondo punto riguarda l’introduzione degli indennizzi collettivi in tutti i paesi europei. 

Se un gruppo di consumatori riceve un danno o un disservizio da un commerciante, in tutti gli stati europei sarà possibile essere rappresentati da un’organizzazione no profit (diversa da paese a paese e designata dai singoli stati membri) che agirà a nome del gruppo e richiederà un indennizzo, come un rimborso, una sostituzione o una riparazione. Si potrà inoltre creare un’azione transfrontaliera nel caso in cui si decidesse di organizzare un’unica rappresentanza per conto dei consumatori dei diversi paesi europei.

Un altro argomento riguarderà le sanzioni: il livello delle multe non è identico nei paesi europei e non sono mai così elevate da avere un effetto deterrente. Questo aggiornamento dovrebbe dare alle autorità nazionali il potere di imporre in modo coordinato delle sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive.