Il segno, purtroppo, è sempre negativo. Ma a differenza degli altri competitor europei, la Brexit sta penalizzando l’Italia meno del previsto. Oltremanica continuano a essere apprezzatissimi i prodotti del Belpaese, dove nessuno vuole rinunciare alla pasta (dove l’Italia resta il primo fornitore con una quota di mercato del 48,9%), ai derivati del pomodoro (primo fornitore straniero, con una quota del 63,1%) e dei latticini (questi ultimi devono combattere con la concorrenza della Francia e dei paesi del Nord Europa).
Lo scorso anno, il valore complessivo delle importazioni di prodotti agroalimentari del Regno Unito è calato dell’1,4% rispetto all’anno precedente, scendendo a 57,8 miliardi di euro.
Mentre il settore della pasta ha subìto una battuta d’arresto in questi primi mesi dell’anno, quello dei pomodori e derivati sta continuando a crescere: ci si aspetta che l’Italia consolidi il suo primato, arrivando a toccare una quota di mercato attorno al 70%. Buone aspettative anche per i latticini e formaggi, che – data la riapertura del canale Horeca – sono sempre più richiesti anche dalle attività di ristorazione e non solo dalla grande distribuzione.