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Fedele al caseificio Biraghi da oltre 70 anni. È la famiglia Paschetta, la cui azienda agricola oggi si trova a None, in provincia di Torino, a Cascina Confiengo per l’esattezza, ma con radici nel saviglianese.
LE RADICI
La storia della famiglia Paschetta inizia a Racconigi, in frazione Tagliata, dove nonno Guglielmo (1915) viveva con i genitori e ben nove sorelle. Tante bocche da sfamare per una piccola cascina, vicino alla chiesetta della frazione, che aveva nella stalla soltanto quindici vacche. E così, anche l’età più bella per Guglielmo si trasforma in un incubo: il fascismo e la Seconda Guerra Mondiale incombono e il rischio di partire per il fronte si fa sempre più concreto. Così, cercando di scampare al reclutamento e alla partenza per la Russia con gli Alpini della Cuneense, Guglielmo aguzza l’ingegno: non mangia per settimane, bevendo solo caffè, così da essere considerato troppo esile per andare in guerra. Una scelta che fu tutto subito vincente, ma che avrà ripercussioni sulla salute futura.
Ma prima, nel 1927, a Busca nasce Agnese Mondino. Dopo alcuni anni, si trasferisce in una cascina di Cavallerleone e, proprio alla festa del paese, incontra Guglielmo. Nonostante la differenza di età, se ne innamora e si sposano nel 1951.
Se il nonno ebbe soltanto sorelle, la nuova generazione Paschetta è composta solo da uomini: nel 1952 nasce Antonio, nel 1956 Luigi e nel 1960 Roberto.
Nel 1967 la grande svolta: la famiglia ha bisogno di ampliarsi, il casolare con le 7 giornate di Racconigi non basta più e viene venduto.
E a San Martino la famiglia si sposta a None, dove diventa affittuaria di Cascina Confiengo di proprietà degli industriali Berruto. Anche se la cascina è un po’ piccola, c’è la possibilità di coltivare circa 80 giornate di terra. E poi la stalla è molto più grande, così che le nove vacche aumentano poco alla volta fino a diventare una cinquantina. Intanto nel 1973, ad appena 57 anni, muore papà Guglielmo lasciando i figli a gestire l’azienda.
È nel 1980 che iniziano i primi cambiamenti, con la sostituzione di tutte le piemontesi in vacche frisone a causa di un risanamento aziendale, mentre nel 1987 la famiglia riesce a comprare un terreno adiacente e a iniziare la costruzione di quella che nel 1988 diventerà la nuova azienda di famiglia.
Mentre Roberto resta celibe, Antonio conosce Maria Luisa Re di Torino: i due si innamorano e dalla loro unione nascono Gianluca (1978), oggi in azienda, Claudia (1980), che lavora come segretaria nella città della Mole, e Paola (1982), trasferitasi da tempo a Diano Marina e diventata madre da poco.
Con l’entrata in famiglia di Maria Luisa, e per poter coprire le grandi spese che si stavano affrontando, gran parte del terreno a disposizione si trasforma in distese di colture di peperoni e melanzane che consentono una certa regolarità di entrate. Ma il lavoro è lungo e stancante: ogni mattina alle 4, almeno cinque giorni alla settimana, due fratelli partono con il furgone e si recano al mercato rionale di Pinerolo per vendere i prodotti dell’orto. Poi, tornati a casa, è tempo di badare agli animali e alle colture.
Una vita stancante che però unisce sempre di più i fratelli Paschetta.
Nel 1988, con l’ultimazione della prima stalla di famiglia che può contenere fino a 130 vacche, Roberto si reca in Francia e acquista altri 60 animali, portando così l’azienda ad avere 110 vacche in lattazione.
Gli anni passano veloce: nel 1990 i Paschetta iniziano la costruzione della nuova casa, quella dove vivono ancora oggi, che verrà terminata nel 1992. Nello stesso periodo, con la stalla ormai a pieno regime, si ferma la coltura dei peperoni e delle melanzane. E ad appena 14 anni, terminate le scuole medie, Gianluca, il figlio di Antonio, entra come coadiuvante.
Nel nuovo millennio, Luigi sceglie di lasciare l’avventura di famiglia e diventa promotore finanziario trasferendosi a Pinerolo, mentre l’azienda si espande ancora con l’acquisto di altro terreno, si costruiscono la tettoia e la stalla con sala mungitura. Una scelta cui è seguita l’aggiunta di pale in ogni stalla per facilitare il cambio dell’aria, così da migliorare il benessere animale, valore in cui da sempre crede l’azienda.
Negli ultimi anni le vacche sono aumentate regolarmente fino ad arrivare a quasi trecento, di cui la metà in lattazione, mentre le terre coltivate oggi sono circa 240 giornate. Poi, finalmente, nel 2019 il coronamento di un sogno: l’acquisto di Cascina Confiengo dopo oltre 50 anni di affitto e una richiesta pressante ai titolari della tenuta. Viene utilizzata solamente come magazzino, ma il valore affettivo nei confronti della casa in cui la famiglia è cresciuta sia numericamente che economicamente non ha prezzo.
Oggi in azienda lavorano in tre: con Maria Luisa in pensione da pochi anni, a portare avanti la cascina sono Antonio, Gianluca e Roberto. Quest’ultimo è anche il presidente della Coldiretti di None e, insieme ai suoi colleghi del direttivo, si batte affinché i costi di gestione non crescano in maniera esponenziale. Con l’aumento del gas, della luce e il raddoppio del prezzo del concime, difficilmente tutte le aziende riusciranno a sopravvivere e il suo impegno è aiutare i colleghi in difficoltà.