La storia di chi ha trasformato una forte passione in un lavoro
È una azienda giovane quella di Marco Galliano, 41enne di Moretta che da pochi anni ha preso le redini della realtà fondata dal padre alla fine degli anni Settanta.
Nel ciabot di frazione Brasse Grosso, in quella che diventerà l’azienda agricola Galliano, abitavano Antonio Ferrusso e Carolina Fauda, che si occupava dell’unica figlia Marisa.
È il 1967. Alla festa di Cardé la giovane Marisa conosce Bartolomeo e si innamora di lui. L’uomo, originario di Sanfront, lavora da alcuni anni per la Biraghi occupandosi del trasporto latte: ogni giorno parte da Cavallermaggiore con il furgone carico di bidoni vuoti e ritira quelli pieni, facendo a cambio. I due si fidanzano e tre anni dopo, il 29 novembre 1970, si sposano.
La vita prosegue tranquilla: vivono a Moretta, accanto ai gentiori, Bartolomeo continua a lavorare per Biraghi, mentre Marisa alla Locatelli, dove è impiegato da tempo anche papà Antonio.
La Locatelli, nata nel 1860 in provincia di Lecco, nel 1922 aprì uno stabilimento proprio a Moretta facendo la fortuna del paese: quasi ogni famiglia poteva contare un partente che vi lavorava all’interno.
Nel 1972 la sorte ci mette lo zampino: per un problema di salute, Bartolomeo lascia la Biraghi, iniziando anche lui a lavorare per l’azienda del paese. È un periodo difficile per l’uomo, addetto a una mansione poco appagante.
Ma la gioia arriva dalla famiglia: nel 1974 nasce la primogenita Daniela, oggi impiegata in Coldiretti e sposata con un frutticoltore di Costigliole.
Alla fine degli anni Settanta, la decisione di cambiare vita: quella che era soltanto una passione riesce a diventare un lavoro vero per Meo, che costruisce la prima stalla con circa 40 frisone. Il lavoro assorbe completamente l’uomo che viene aiutato in questo dal suocero Antonio, dalla suocera e dalla moglie.
Nel 1981 la famiglia si ingrandisce con Marco che, terminata terza media (1995), sceglie di iniziare a collaborare con il padre nell’azienda agricola di famiglia. Due mani in più sono fondamentali e ciò consente, nel 1999, la realizzazione del ricovero per le manze con circa 30 animali e nel 2010 la costruzione della nuova stalla dove si spostano tutte le vacche. Il nuovo locale è al passo con i tempi, ottimo per consentire il benessere che da sempre l’azienda Galliano vuole dare ai suoi animali.
L’anno successivo, complice la necessità del padre e del nonno di rallentare un po’ l’impegno lavorativo, in azienda arriva il primo manovale. In questi anni, in quella cascina, ne sono passati diversi: non tutti sono stati in grado di affrontare il lavoro come richiesto ma l’ultimo, che da tre anni vive nella porta a fianco a loro, ormai è considerato come uno di famiglia. Gli anni passano.
Nel 2016, Meo viene a mancare dopo aver lottato contro un brutto male. Un uomo sempre attivo nell’organizzazione e nel supporto di chi ha bisogno di una mano, un referente importante per la zona e per la famiglia.
Una malattia a cui Bartolomeo non voleva arrendersi tanto che fino a un mese prima dell’addio ha partecipato a importanti fiere nazionali e, poche ore prima di morire, era in stalla a mungere e accudire gli animali. I familiari lo ricordano come un uomo innamorato del proprio lavoro e degli animali, di cui conosceva tutto e per cui ha letteralmente fatto ogni cosa.
Due anni dopo, anche nonno Antonio passa nel mondo dei più ricongiungendosi a nonna Carolina scomparsa nel 1996. Sono anni difficili per Marco, abituato ad avere un padre e un nonno che lo aiutavano nelle decisioni. Ma gli insegnamenti appresi vengono messi a frutto e oggi l’azienda segue 90 animali in mungitura, per un totale di 160 capi e lavora circa 120 giornate di terra, di cui una ventina con prati e il resto coltivato a mais. Tutta produzione che Galliano utilizza per gli animali presenti in azienda.
Se la dimensione aziendale è consona alle esigenze di Marco, i tempi di lavoro sono sempre stretti: sveglia alle 5, il manovale che si occupa della mungitura e Marco dei vitellini; alle 8,30 la colazione e poi – mentre il collaboratore gestisce i vitelli – il proprietario lavora in campagna. Dopo il pranzo il lavoro prosegue e verso le 17 si torna a mungere prima di fermarsi e concludere la giornata lavorativa in tempo per la cena. Una routine giornaliera che non spaventa Marco, abituato da sempre ad occuparsi degli animali, innamorato del lavoro tramandatogli dal genitore e pronto ad ogni fatica.
La tecnologia riesce a facilitare, almeno in parte, gli impegni in cascina: da qualche tempo, le vacche sono state dotate di collari elettronici per segnalare i periodi ideali per la fecondazione. Un investimento che consente a Marco più tranquillità nella gestione dell’allevamento. L’altro grande supporto a Marco arriva da Daniela che si occupa di tutte le pratiche burocratiche, supportando il fratello nella gestione economica del lavoro.
Così come per tutti, il futuro per Galliano è incerto: i costi dell’energia sono più che raddoppiati, quello del mais è salito alle stelle e i venti di guerra che spirano dall’Est non consentono, almeno nel brevissimo periodo, di valutare investimenti importanti.