I giganti del settore lattiero-caseario si alleano chiedendo un immediato intervento pubblico per scongiurare conseguenze ancor più gravi per le imprese del settore a causa della galoppante inflazione e dell’impennata dei costi dell’energia.
I vertici del Gruppo Granarolo e Gruppo Lactalis, in una nota congiunta, lanciano un grido d’allarme, sottolineando come – se non si pone un freno alla corsa al rialzo – il prezzo del latte al consumo potrebbe arrivare a toccare la cifra record di due euro al litro.
«È impensabile che un alimento primario e fondamentale nella dieta italiana possa subire una penalizzazione così forte da comprimerne la disponibilità di consumo». Nella filiera del latte, come evidenziano nel documento, l’inflazione ha toccato in maniera importante tutte le voci che la compongono: dall’alimentazione animale (aggravata anche dalla siccità che ha ridotto i raccolti e la resa in stalla), al packaging (il costo di carta e plastica è aumentato), ad altri componenti di produzione impiegati nella filiera dei latticini.
«Per quanto concerne le sole energie, se non avviene un’inversione di rotta, si tratta di un’inflazione del 200% nel 2022 rispetto al 2021 e un rischio di oltre il 100% nel 2023 rispetto al 2022 – dichiara il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari – È insostenibile anche da parte di una grande azienda, dal momento che si protrae nel tempo e che se fosse scaricata sul mercato colpirebbe significativamente i nostri consumatori e avrebbe inevitabili conseguenze sui consumi, con ricadute su tutta la filiera».
«L’aumento del costo energetico ha generato un impatto devastante, che sarebbe stato anche maggiore se non fossimo intervenuti con coperture ad hoc. Parliamo di un +220% di spesa registrato nel 2022 rispetto al 2021 – afferma Giovanni Pomella, amministratore delegato di Lactalis in Italia. – Le imprese sono allo stremo, hanno già fatto ben oltre le loro possibilità ed è arrivato il tempo della responsabilità pubblica. In questo frangente, come imprenditori abbiamo messo da parte le rivalità e abbiamo unito il nostro appello al mondo politico per ribadire la necessità di intervenire a tutela dell’intera filiera e del consumatore».