Non passa il referendum promosso dalle associazioni ambientaliste in Svizzera che chiedevano regole più rigide per il benessere degli animali e la loro macellazione, tra cui l’imposizione di requisiti minimi per l’alloggio del bestiame, l’accesso all’aria aperta e la notevole riduzione del numero massimo di capiti per superficie.
Il 62% dei votanti (su un’affluenza del 51%) si è schierato contro la proposta, ritenendo – così come aveva fatto il governo – che le leggi attualmente in vigore siano sufficienti a garantire una qualità della vita dignitosa agli animali. La Svizzera dispone di una legge che già dal 1996 delinea chiaramente l’importanza della protezione degli animali, tanto da considerarsi fra le più severe in assoluto: è vietato allevare le galline in batteria, il sovraffollamento, non è possibile tenere rinchiusi oltre 1500 suini per struttura o più di 300 vitelli. Per la Federazione degli Agricoltori il referendum promosso dalle associazioni ambientaliste era un attacco ingiusto nei confronti del settore e un mezzo indiretto per ridurre il consumo complessivo di carne.