Metà della popolazione statunitense rischia di sviluppare malattie cardiovascolari entro il 2035. È quanto rivela un recente studio universitario, che mette in luce i rischi per la salute nel consumo elevato di cibi ultra-processati, prodotti industriali che generalmente contengono sostanze non comunemente utilizzate per cucinare (come proteine idrolizzate, oli idrogenati) e additivi (coloranti, emulsionanti).
Ormai sono molteplici gli studi che lo confermano: in una ricerca dell’Universidad de Navarra (Spagna) è stato evidenziato come il rischio più elevato di ipertensione, obesità e mortalità si riscontrava nelle persone che consumavano maggiormente cibo ultra-processato; un altro studio condotto in Francia ha invece messo in luce come quella tipologia di dieta aumenti i rischi di contrarre il diabete di tipo 2. L’ultima ricerca è stata condotta dall’Università Johns Hopkins di Baltimora, che ha riguardato un campione di quasi 14 mila adulti, analizzando il loro stile di vita degli ultimi 27 anni: chi consumava più cibi ultra-processati aveva il 19% di probabilità in più di contrarre malattie coronariche.