LAGNASCO - Non poteva che veder luce a Lagnasco, paese al centro di un’area vocata per la produzione frutticola, il neonato Distretto del Cibo della Frutta, realtà voluta da sindaci del territorio per valorizzare le produzioni agricole di questa parte della Granda. A fare gli onori di casa, in occasione della manifestazione Fruttinfiore, il sindaco della città Roberto Dalmazzo.
Quali sono gli obiettivi che si prefigge questa nuova realtà e chi coinvolge?
«Fruttinfiore, la manifestazione che celebra la frutta quando la frutta è in fiore, è nata per creare un evento che fosse una festa della frutta, un riconoscimento al lavoro di un intero territorio, ma soprattutto una promozione del settore ortofrutticolo.
Era inevitabile che la firma del trattato di costituzione del “Distretto del Cibo della Frutta”, avvenisse a Lagnasco, proprio in occasione di Fruttinfiore.
Il piano è il risultato di un’azione concertativa e partecipata che, mettendo in valore le proficue esperienze di collaborazione già maturate sul territorio, lavora per un loro consolidamento qualitativo orientato alla sostenibilità, per dare vita a un percorso di crescita, che ha come fine ultimo la competitività delle imprese e la gestione equilibrata delle risorse territoriali.
Del distretto fanno parte organizzazioni di produttori, centri di ricerca, associazioni di categoria, Comuni e altri enti.
Poggia su alcuni pilastri: la creazione di un marchio che identifichi in Italia e nel mondo la Frutta Monviso; la centralità della frutticoltura; l’importanza di un’azione di governance multi-livello aperta a tutti i soggetti pubblici e privati interessati, per rilanciare la frutticoltura locale come bacino occupazionale strategico; l’equilibrio tra crescita economica e salvaguardia delle risorse ambientali».
Quanto è preoccupante la mancanza d’acqua? Sono previste azioni in tal senso?
«Il 2022 ha rappresentato un’annata storica negativa per gli agricoltori: il caro energia, l’aumento dei costi delle materie prime (in riferimento principalmente agli imballaggi) e la carenza idrica hanno messo in ginocchio le nostre aziende. Ministero, Regione, Provincia e ovviamente noi Comuni cercheremo di trovare soluzioni rapide per creare invasi necessari all’incameramento dell’acqua. La complicata macchina burocratica non aiuta e la stagione è alle porte».
Anche il clima sta mutando, come stanno reagendo gli insetti impollinatori a questi cambiamenti? Quanto conta la tutela delle api anche dai pesticidi?
«Abbiamo la fortuna di avere l’ente Agrion, (ex Cre.so): i ricercatori confermano che la virtuosità del Saluzzese è confermata anche in materia di trattamenti con antiparassitari, in quanto gli insetti – in particolar modo le api – vivono bene nei Frutteti Saluzzesi a differenza di altre zone di Italia. Un segnale importante che si traduce anche in qualità ma soprattutto in salubrità del prodotto.
Le norme europee “Farm to Fork” preoccupano i ricercatori in quanto verranno eliminati principi attivi fondamentali oggi nei trattamenti ai frutteti, un esempio su tutti: basti pensare che nel mondo biologico i trattamenti sono esclusivamente a base di rame e zolfo e pare che siano rivisti gli utilizzi anche di questi due principi attivi. Una revisione importante che ha fatto sì che il Tavolo Frutta Monviso richiedesse, a inizio marzo al Ministro Lollobrigida, di fare in modo che la norma intervenga gradualmente.
Giustissima la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, ma è anche corretto ricordare che l’agricoltura ha avuto evoluzioni importanti partendo dalla formazione degli addetti del settore; gli agricoltori hanno dimostrato in questi anni di essere i primi ad amare e rispettare l’ambiente seguendo le indicazioni dei tecnici delle associazioni di categoria in merito ai prodotti ed ai quantitativi da utilizzare».
Pensa che sia possibile una gestione più efficace dei flussi della manodopera stagionale?
«La nuova norma agevola l’entrata in Italia dei lavoratori tramite i flussi, le semplificazioni apportate dal Ministero sono importanti e denotano competenza. Non è noto a tutti che in agricoltura servono competenze e patentini, consentire agli agricoltori di potersi avvalere del personale formato nelle proprie aziende negli anni è fondamentale sotto tanti aspetti: sicurezza e organizzazione.
Quali sono i prodotti tipici di Lagnasco? Come sono valorizzati?
«Lagnasco è a prevalenza frutticola: le varietà principali sono le mele, le pesche, le susine. Negli ultimi anni vista la moria del kiwi sono aumentate le produzioni di piccoli frutti quali mirtilli, lamponi. Con le mele viene prodotto il cioccolatino “pumalin” nome anche della maschera del paese, e con le pesche viene prodotto il cioccolatino “persi pien”. Lagnasco è anche famosa per il prosciutto, la ditta Carni Dock, produce a Lagnasco il famoso “Prosciutto Crudo di Cuneo”».
L’evento Fruttinfiore si è da poco concluso, ci sono state novità nell’edizione di quest’anno?
«La novità più bella è che dopo l’annullamento del 2020, l’edizione digitale del 2021 e l’edizione ridotta del 2022, Fruttinfiore è tornata alla sua normalità con espositori per gli addetti al settore frutticolo, con il mercatino e soprattutto con l’area FOOD che noi chiamiamo Fruttintavola, quest’anno curata dalle Pro Loco dei paesi vicini».