È stata approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Europeo la riforma della normativa sulle Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione Geografica Protetta), nell’ottica di tutelare ancor meglio i prodotti legati alle tradizioni dei territori. L’Italia è tra i maggiori produttori di Dop in Europa, e la sua produzione nazionale di formaggi tutelati ha raggiunto le 580 mila tonnellate (il 44% dell’intero comparto caseario) lo scorso anno. «Siamo il primo produttore mondiale di formaggi DOP. Se lo siamo lo si deve soprattutto ad un tessuto di piccole, medie e grandi imprese che hanno fatto della qualità del prodotto il loro credo quotidiano, che investono per migliorare ancora i prodotti della tradizione e per far conoscere il Made in Italy nel mondo», afferma Paolo Zanetti, presidente di Assolatte.
Il percorso che ha portato oggi il sistema a riconoscere le Dop e le Igp è stato lungo: parte nei primi anni Cinquanta quando, con la Convenzione di Stresa, si posero le basi per valorizzare le produzioni tipiche all’interno di un mercato che iniziava ad aprirsi sempre più al mondo.