Castagna, il simbolo dell’autunno

La Fiera del Marrone di Cuneo valica i confini italiani e guarda alla vicina Francia

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Che la si cucini sulla fiamma per sentire quel tipico profumo di caldarroste o che la si tenga in una tasca perché, si dice, tiene lontano il raffreddore, la castagna è sicuramente simbolo della stagione autunnale. Stagione che viene da 24 anni inaugurata dall’ormai tradizionale Fiera Nazionale del Marrone a Cuneo, in programma dal 13 al 15 ottobre nel centro della città. Una manifestazione che punta alla qualità, con un rigido disciplinare per i suoi espositori, e che vuole promuovere un prodotto legato alla storia e alla tradizione, ma non solo. L’attenzione è anche all’ambiente e all’economia che ruota intorno al prodotto. La castagna è stata regina indiscussa sulle tavole contadine. Una fonte di sostentamento, un ottimo sostituto ai cereali, ricca di proteine, facilmente reperibile e a lunga conservazione.

È la sindaca Patrizia Manassero a raccontarci l’evento, che non è certamente chiuso alla città ma si apre alle sue montagne, dove nasce il frutto tipicamente autunnale. L’abbiamo raggiunta telefonicamente proprio mentre era in viaggio verso Nizza per andare a presentare la Fiera del Marrone.

Una veduta della città di Cuneo

Sindaca, un’uscita fuori porta per portare l’eco di una rassegna d’eccellenza.

«Esatto. Il prossimo anno festeggeremo i sessant’anni di gemellaggio con Nizza. Le due città sono collegate anche da progetti di ampio respiro e con la collaborazione della Camera di Commercio Italiana a Nizza abbiamo organizzato una sorta di lancio in terra francese».

La Fiera del Marrone esalta la castagna ma non solo, quali sono i suoi punti di forza e gli obiettivi che si pone?

«Il focus è sicuramente la qualità, con regole molto strette per gli stand che partecipano. Un’esaltazione della genuinità e dei prodotti del territorio. Ma quello che vogliamo è anche portare l’attenzione sull’economia e sull’ambiente. Temi che si legano strettamente alla castagna e naturalmente alle nostre montagne. Il mondo artigiano è coinvolto nella parte che riguarda la preparazione dolciaria. Uno degli eventi innovativi legati alla manifestazione è il concorso nazionale itinerante di dolci di castagne, marroni e farina di castagna. Tocca le varie realtà italiane che ruotano attorno all’economia di questa pianta.

Inoltre, in piazza Europa, allestiremo il villaggio del castagno con cui intendiamo rimarcare il collegamento con i boschi e le attività che come Amministrazione abbiamo messo in campo per valorizzare le relazioni con le varie montagne che contornano la città. Non mancheranno laboratori didattici, iniziative culturali, proposte turistiche, mostre, spettacoli e concerti».

Dietro un appuntamento di così ampio respiro c’è sicuramente una notevole macchina organizzativa. Quanto incide nei preparativi e nella gestione l’apporto del volontariato?

«L’organizzazione di eventi di questa misura, che richiamano un’elevata presenza di persone, è in capo all’Amministrazione comunale. Poi ci avvaliamo della collaborazione soprattutto delle associazioni di categoria e di realtà legate al terzo settore come la Protezione Civile e la Croce Rossa.

In altre manifestazioni questi gruppi svolgono un ruolo strategico e sono comunque sempre di grande aiuto. Diciamo che le varie forze si coniugano, con una forte base professionale e un importante contributo dal volontariato».

Chi è il turista che viene a Cuneo? Quanto influisce la presenza dei vicini francesi?

«Dalla Francia abbiamo sempre delle presenze significative, anche se in questo momento i turisti sono penalizzati dalle interruzioni del collegamento attraverso il Colle di Tenda.

Poi c’è un turismo più vario, sia nazionale che internazionale, legato alle escursioni outdoor sulle nostre montagne. Persone che partecipano a passeggiate o tour in bicicletta e poi fanno tappa in città per visite culturali o per apprezzarne l’offerta enogastronomica».

La città è sede anche di un’importante industria che dà lavoro a molte famiglie.

«Quest’anno festeggiamo i sessant’anni dall’apertura dello stabilimento Michelin sul territorio cuneese. Oltre che un forte impegno industriale, questa realtà racconta una fondamentale ricaduta e trasformazione sociale.

Ha dato e continua a dare lavoro a molte famiglie cuneesi, portando a Cuneo persone che vivevano sulle nostre montagne».

A proposito di commercio: come Amministrazione avete fatto delle scelte coraggiose, prima fra tutte la pedonalizzazione del centro, inizialmente molto discussa.

«Riguardo al commercio i dati ci riportano una situazione buona nonostante, e vorrei sottolineare nonostante, le difficoltà di collegamento. Limiti strutturali sui quali dobbiamo assolutamente lavorare per il futuro.

Riguardo la pedonalizzazione, sì, è stata una scelta discussa, coraggiosa e oggi, possiamo dirlo, vincente. All’inizio questo tipo di decisione può creare paure, specie nel settore del commercio e della ristorazione dove si teme il rischio di non poter più essere raggiunti. In realtà oggi possiamo vivere la città in modo diverso, più umano, con ritmi a misura delle persone, una linea ormai condivisa, resa possibile grazie a dei fondi che la città aveva ricevuto, veicolati dalla precedente Amministrazione.

Proseguiremo in quest’ottica anche con i contributi Pnrr, investendo sulla qualità della vita, per chi vive a Cuneo ma anche per chi ci lavora o viene per svago».