Il Made in Italy minacciato dai fake

La filiera agroalimentare è penalizzata dall'Italian Sounding

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La filiera agroalimentare italiana rappresenta una parte importante del “Made in Italy” nel mondo, grazie alle sue eccellenze culinarie, alla qualità delle produzioni e alla radicata tradizione territoriale. Negli ultimi anni, le esportazioni sono cresciute in modo costante, registrando un aumento del 118,3% rispetto al 2010, raggiungendo un valore record di 60,7 miliardi di euro (anno 2022).

Tuttavia, la competitività internazionale della nostra filiera agroalimentare è minata da un pericolo subdolo, quello del cosiddetto Italian sounding, che si riferisce all’uso di denominazioni, riferimenti geografici, immagini e marchi evocativi dell’Italia su prodotti non italiani.

The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Assocamerestero, ha svolto un’indagine rivolta ai maggiori esponenti del retail alimentare a livello globale: ci si è resi conto che il valore complessivo del fenomeno dell’italian sounding nel mondo sia pari a 91 miliardi di euro, di cui circa 60 miliardi realmente derivanti dall’inganno (l’altra quota di mercato avrebbe comunque acquistato prodotti similari).

Per affrontare queste sfide, il rapporto suggerisce la necessità di aumentare gli investimenti privati e pubblici nell’industria agroalimentare italiana per permettere un incremento della capacità produttiva della filiera nazionale tale per cui la voglia di italianità nel mondo (i 60 miliardi di euro di Italian sounding raggiungibile) venga soddisfatta dalla reale produzione made in Italy.