La Morra, balcone sulle Langhe

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Un borgo d’eccellenza, a pochi chilometri da Alba, dedito alla produzione di vino praticamente da sempre. Le sue colline, dove nasce il Barolo, sono oggi un paesaggio unico protetto dall’Unesco.

Stiamo parlando di La Morra, che si sta preparando per i principali eventi di fine estate, capaci di richiamare visitatori da lontano.

La sindaca Marialuisa Ascheri, riconfermata alla guida del paese in seguito alle elezioni d’inizio giugno, racconta le peculiarità di un luogo che nel tempo ha saputo mantenere vive le sue produzioni, puntando alla qualità.

La Morra si presenta da sola, con un territorio vocato alla viticoltura. Una tradizione che affonda le radici molto indietro nel tempo.

«Certamente, le origini risalgono all’epoca medievale e oggi La Morra vanta un ruolo importante con i suoi Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, solo per citare i principali vini. Siamo il Comune più ampio nella filiera del Barolo, ma l’importanza non è data tanto dalla quantità quanto dalla qualità.

C’è da dire che nei tempi recenti la tendenza è stata di concentrarsi su queste coltivazioni, ma in epoca più lontana le cantine, oggi esclusivamente produttrici di vino, erano vere e proprie fattorie dedite ad attività diverse, compreso l’allevamento».

Non parliamo solamente di vino, perché questi luoghi sono anche terreno ideale per le nocciole.

«Esatto, qui nasce la Nocciola Igp. Varie piccole aziende locali si sono inoltre specializzate nella lavorazione di dolci e biscotti a base di nocciole, diversificando in questo modo le loro produzioni. E poi i tartufi, nei pochi boschi rimasti.

A questo proposito, tengo a raccontare che abbiamo recentemente acquistato un’area boschiva che intendiamo preservare, favorendo ciò che abita il sottobosco e la biodiversità, salvaguardando gli insetti impollinatori e incentivando la produzione di miele».

In alcuni luoghi, specie collinari e montani, assistiamo a un abbandono delle vecchie coltivazioni a favore di altre professioni. Giovani che cercano lavoro altrove e il progressivo abbandono dei piccoli centri. Com’è la situazione a La Morra? C’è una continuità nelle aziende a conduzione familiare?

«Assolutamente sì. Da questo punto di vista la nostra tendenza è opposta a quanto avviene in numerose altre realtà. Le ditte locali riescono ad offrire ottime opportunità anche alle nuove generazioni. Un esempio fra tutti è la Cantina comunale di La Morra, nata alcuni decenni fa e in continua crescita. In passato non era, per così dire, cool fare vino, mentre ora c’è un grandissimo ritorno con un aumento dell’offerta e un sano indotto».

Alcuni dei principali eventi di La Morra ruotano proprio attorno alle sue produzioni enogastronomiche. A settembre torna “Degusta La Morra”, ma prima, l’ultima domenica di agosto, c’è l’immancabile Mangialonga.

«La Mangialonga, passeggiata di quattro chilometri nei vigneti per gustare i prodotti locali e ammirare paesaggi unici, vanta una lunga tradizione con la partecipazione di persone da tutto il mondo e ormai si presenta da sola. “Degusta La Morra”, la prima domenica di settembre, è nato invece una decina di anni fa, sempre con lo scopo di promuovere le nostre eccellenze. Diversamente dalla Mangialonga, non è itinerante ma si svolge nel centro storico del paese. Dell’organizzazione si occupa l’associazione Eventi e Turismo che ora collabora con la Cantina comunale, con un’ottima sinergia per un evento di forte richiamo».

Quanto è importante l’apporto dei volontari?

«Le associazioni tengono in vita i nostri piccoli paesi e La Morra non fa eccezione. Le espressioni del volontariato sono davvero tante, almeno una ventina di associazioni, di carattere sociale, culturale o, come detto, per l’organizzazione delle manifestazioni che si susseguono durante tutto l’anno. Eventi e Turismo, nata nel 2005, é a compartecipazione pubblico-privata e vede lavorare insieme il Comune, le attività lamorresi e le realtà locali».

Ci sono progetti particolari realizzati recentemente, o in cantiere, grazie a specifici fondi statali o europei?

«Uno degli interventi più rilevanti parzialmente portato a termine nel precedente mandato, grazie a fondi regionali europei, contributi privati e fondazione CRC, è il recupero del Monastero di Mercenasco, il nostro monumento più antico. L’edificio ospita il museo Renato Ratti dei vini di Alba, dedicato alla storia e alle tecniche della viticoltura, che riaprirà a settembre. È nostra intenzione concludere i lavori restaurando le celle dei monaci che lo abitavano un tempo. Un altro grande progetto riguarda l’ex ristorante Belvedere: dopo l’acquisto, con stipula di mutuo da parte dell’ente e contributo fondazione CRC, il luogo simbolo della cultura del vino e del gusto troverà nuova linfa con la collocazione della Cantina comunale che parteciperà alla spesa e il recupero dell’intero complesso, orientato al tema identitario della ristorazione e di un originale percorso di fruizione, per il quale siamo alla ricerca di finanziamenti.