Alba, traino dell’enogastronomia

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Alba si prepara ad accogliere la 94ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco. Un evento capace di richiamare ogni anno turisti e appassionati anche da molto lontano e soprattutto che porta oltre i confini italiani il nome della cittadina situata nel cuore delle Langhe, inserita nella rete delle Città Creative Unesco per la Gastronomia.

Un territorio da ammirare e da gustare che ci viene raccontato direttamente dal suo sindaco Alberto Gatto, enologo 34enne.

Sindaco, che cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova edizione della Fiera del Tartufo Bianco d’Alba, vetrina per eccellenza delle produzioni locali?

«L’evento appartiene alla nostra tradizione e rappresenta un momento davvero importante che coinvolge la città e il territorio circostante.

Da alcune settimane Alba si sta già popolando di turisti e iniziamo a sentire voci straniere che ci danno un’idea della portata della manifestazione ormai alle porte. Eventi di questo calibro generano cultura e ricchezza e, insieme alle eccellenze tipiche, intendiamo valorizzare soprattutto il protagonista assoluto, il Tartufo Bianco, attorno al quale si crea sempre un effetto magico, a partire dal contesto straordinario in cui viene trovato, nelle ore notturne, dai trifolao e dai loro cani addestrati. La fiera aprirà venerdì 11 ottobre e proseguirà fino all’8 dicembre, in un susseguirsi di iniziative e proposte di vario genere».

Una fiera che non è soltanto stand gastronomici ma è anche folclore, con la messa in scena di vere e proprie rievocazioni storiche.

«Sì, ogni anno non possono mancare i momenti dedicati alla nostra storia. Nel weekend del 5 e 6 ottobre, ad esempio, torna l’investitura del Podestà, di cui vestirò i panni, con il coinvolgimento dei nostri borghi e l’immancabile corsa del Palio degli Asini in centro città.

E poi, nel fine settimana del 19 e 20 ottobre, il Baccanale con una rievocazione che ci riporta al Medioevo. Sono momenti che ci legano alla tradizione e che creano un forte senso di comunità, con il coinvolgimento di tantissime persone tra cui anche numerosi giovani borghigiani che in questo modo non perdono l’attaccamento alle radici». 

E come lei stesso ha sottolineato, il Tartufo Bianco, protagonista indiscusso, si accompagna a prelibatezze tipiche.

«La fiera fa da volano alle altre nostre eccellenze, penso ai grandi vini ma anche alla nocciola. Ingredienti che si abbinano tra loro e con il tartufo e che non mancheranno di stupire in occasione dei numerosi show cooking organizzati con rinomati chef».

Alba però offre opportunità variegate, non solo gastronomiche. Il festival Collisioni per i giovani in particolare, la stagione teatrale, l’archeologia con i percorsi sotterranei, solo per citare alcune delle possibilità.

Un territorio quindi da scoprire su diversi fronti?

«Alba in effetti riserva sorprese sotto vari aspetti e l’attenzione al mondo culturale è sempre molto alta. C’è un forte impegno da parte del Comune ma non solo. Sono presenti tante associazioni di volontari che operano in questo senso portando iniziative che danno lustro alla nostra città.

E poi non deve mancare l’attenzione alle produzioni agricole, base forte e solida delle eccellenze locali. Lo stesso patrimonio tartufigeno va preservato. Nulla deve essere dato per scontato in quanto a politiche capaci di favorire ogni settore, compresi gli incentivi per garantire la sopravvivenza delle aziende e la continuità della tradizione di padre in figlio».

Quello che forse più colpisce di una cittadina come Alba è la dimensione medio piccola e al tempo stesso una risonanza che porta il suo nome in giro per il mondo. Come si spiega tutto questo? E com’è la qualità della vita?

«Riscontro questa doppia valenza di Alba anche come sindaco. Una riconoscibilità straordinaria che credo si debba a diversi fattori e in primo luogo alle persone che hanno saputo, nel tempo, dare valore alle attività e al territorio. Un esempio tra tutti è naturalmente Michele Ferrero.

Il nostro tessuto imprenditoriale è fatto di tante aziende, anche di realtà piccole che esportano ciò che producono contribuendo alla promozione, pensiamo ad esempio al comparto vinicolo. Una risonanza quindi ben oltre i confini per una cittadina che resta vivibile e a misura d’uomo».

Alba significa anche un territorio, quello delle Langhe, con prodotti e paesaggi unici. Com’è la cooperazione tra Comuni? Si lavora insieme per valorizzare quello che c’è?

«C’è sinergia con i territori, i sindaci e gli enti preposti alla promozione turistica. Non potrebbe essere altrimenti. Si lavora già con pacchetti turistici ma da questo punto di vista non ci si ferma mai e continua il lavoro per arrivare a ulteriori collaborazioni che comprendono anche luoghi non limitrofi.

È importante ragionare su distanze più lunghe per creare delle sinergie che coinvolgono luoghi lontani e diversi in grado di soddisfare le esigenze di un turismo nazionale e internazionale».

E parlando di distanze il pensiero va inevitabilmente alle strade, un tasto purtroppo ancora dolente se pensiamo in particolare al collegamento con Cuneo.

«Se in direzione di Asti siamo a posto, su Cuneo scontiamo un gap che risale a più di trent’anni fa. La mancanza di un collegamento autostradale verso il capoluogo è un problema. Quello dei collegamenti che funzionino, in un’ottica di sviluppo del territorio, rappresenta un aspetto assolutamente prioritario».