Il cuore batte a Cascina Colombaro

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SAN SEBASTIANO

Non aveva ancora tre anni quando, in quell’inverno del 1937, papà Giovanni Battista e mamma Lucia presero sotto braccio la valigia per trasferirsi dal vecchio casolare alle porte di Genola (dov’era nata la maggior parte della famiglia Aimetta, otto fratelli in tutto) a Cascina Santa Teresa, al confine tra le frazioni di Murazzo e San Sebastiano (Fossano).

CASCINA SANTA TERESA 

L’infanzia di Marco (1934) inizia in quel cortile, tra vacche nella stalla e galline nell’aia, in quella proprietà della famiglia Sacerdote, che nel fossanese contava altre cascine ed era molto stimata dalla comunità. Passa un anno, è il 1938. Il regime approva le ignobili leggi razziali. Sacerdote, di origine ebraica, prova a nascondersi per sfuggire ai rastrellamenti fascisti. Un tentativo disperato, inutile: sarà catturato e deportato in Germania, probabilmente in un campo di lavoro. Di lui non si saprà mai nulla.

Così Cascina Santa Teresa resta nelle mani della moglie, che ogni anno rinnova il contratto d’affitto a Giovanni Battista: nonostante le difficoltà e le ristrettezze dovute alla guerra (cui fortunatamente nessuno dei ragazzi prende parte attiva per via della giovane età), la vita procede con regolarità.

Tutti danno il proprio contributo, chi dentro la stalla ad accudire gli animali chi nei campi a prendersi cura della terra.

Ma quando i figli crescono, la famiglia si allarga, aumentano le bocche da sfamare e gli spazi si fanno più stretti, ecco che si presenta l’occasione di prendere in gestione un’altra cascina, poco distante, proprio in cima alla strada in salita che da Murazzo porta a San Sebastiano.

Per raggiungerla si passa accanto alla cappella di Sant’Anna, luogo di preghiera e socialità, dove frazionisti e amici si ritrovano non soltanto in occasione della festa patronale.

CASCINA COLOMBARO

Cascina Colombaro non è un semplice casolare: è una tenuta nobiliare di una famiglia romana attiva nel settore dell’edilizia, imponente come dimensioni (una dozzina di camere da letto e stanze per ricevimenti, una grande stalla con fienile, un magnifico parco recintato sul retro, decine di giornate di terreno), all’interno della quale vive – da sola – una discendente degli antichi proprietari, cui tutti si rivolgono con il titolo di “marchesa”.

È il 1953 quando Marco, poco più che ragazzo, entra per la prima volta a Cascina Colombaro.

Per farlo, non può attraversare il bel vialetto d’ingresso che porta all’edificio principale, ma deve percorrere la stradina laterale – un po’ più nascosta, lungo la scarpata – che conduce alla piccola stanza del personale, quasi nel seminterrato della cascina.

Nonostante le difficoltà di relazione con la proprietà e il duro lavoro nei campi, qui trascorre dieci anni di spensieratezza insieme ad alcuni dei fratelli, mentre papà Giovanni Battista continua a mandare avanti Cascina Santa Teresa.

Sono gli anni più belli, quelli della gioventù in un’Italia che si sta riprendendo dopo la guerra, dove tutto sembra possibile. Sono gli anni in cui scopre l’amore, conosce Rosa Angaramo (classe 1942) e si sposa nel 1965.

Sono gli anni della crescita e delle scelte: se alcuni fratelli prendono strade parallele (dedicandosi alla frutticoltura) o completamente differenti (aprendo negozi di alimentari), Marco decide di seguire le orme di papà e – insieme al fratello Lorenzo e ai genitori – di portare avanti la tradizione: lasciata Cascina Colombaro (i cui terreni saranno poi frazionati e venduti), torna con la moglie nella cascina di Murazzo. Mette su famiglia: nascono Giovanni (1966), Martino (’69) e Flavio (’74).

Proprio nell’anno in cui si festeggia l’ultimo arrivo in famiglia, dopo quasi quarant’anni di contratti, si presenta l’occasione per Marco di acquistare Cascina Santa Teresa; oltre alla casa e alla stalla (dove trovano spazio una ventina di animali), ci sono anche i terreni (una trentina di giornate in tutto). Tutto è svolto a mano: dall’alimentazione alla mungitura, in piccoli bidoni lasciati lungo la strada per essere raccolti la mattina dal caseificio.

I PRIMI VITELLI “DA LATTE”

Giovanni ha terminato le medie, non ha ancora quindici anni, quando capisce che il suo destino sarà di allevatore da vacche da latte.

È il 1981, papà ha appena comprato venti vitellini di razza frisona che impiegheranno circa tre anni prima di diventare vacche da mungere. Giusto il tempo per consentire al secondogenito Martino di finire la scuola. Tutto calcolato.

Anche se testa e braccia sono a Murazzo, il cuore di Marco è sempre a Cascina Colombaro: così, quando nel 1984 un lotto di terreno originariamente di proprietà della cascina è messo in vendita, non si lascia sfuggire l’occasione di acquistarlo con l’intenzione – un domani – di costruirci sopra la casa per i propri figli (che sarà realizzata poi nel 1989).

Nel frattempo, la mandria a Cascina Santa Teresa cresce. Serve una nuova stalla, per una quarantina di animali.

Per Giovanni e Martino arriva il momento di farsi una famiglia: il primo si sposa con Ornella Olivero (nel ’92), che gli donerà la gioia di essere papà di Manuel (’94) e Nicolò (2000); il secondo convola a nozze con Claudia Dutto (nel ’98), diventando poi papà di Marianna (2005) e Massimiliano (2010).

CASCINA SANT’ANNA

L’abitazione a San Sebastiano, l’azienda agricola a Murazzo.

Avanti e indietro fino al 1999, quando accanto alla casa si costruisce una nuova grande stalla (160 animali), con una moderna sala di mungitura e tutta l’attività agricola si sposta a Cascina Sant’Anna (questo il nome della nuova realtà). L’allevamento cresce, si amplia il portico (2005), si acquistano terreni, ci costruisce di nuovo una nuova stalla (2019), si amplia quella vecchia (2020) e si arriva a oggi, con circa 320 capi in totale e Manuel (figlio di Giovanni) inserito a pieno titolo nell’azienda.

Manuel, che nel 2021 si è sposato con Daniela Peano, ed è da poco diventato papà di Matteo (2024).

Una grande famiglia che nel 2023 è riuscita a realizzare il sogno di nonno Marco, mancato nel 2021: comprare Cascina Colombaro, la grande tenuta dall’altra parte della strada, dove un giovane uomo, dalla stanza riservata alla servitù, diede inizio alla storia di questa famiglia.