Ai giovani il compito di scrivere il domani

A Cascina Giusi nuove generazioni sempre protagoniste

889

CENTALLO

È una storia di riscatti, di successi conquistati con sudore un pezzo alla volta. Una storia che parte da lontano, ma con le radici ancorate a questa terra. Una storia dove l’intraprendenza delle generazioni più giovani è sempre stata la marcia in più che ha permesso di guardare avanti, di rialzarsi quando tutto sembrava sbagliato. E che oggi, a distanza di oltre cent’anni dall’inizio di quest’avventura, rende l’azienda agricola Dellarossa di Centallo una realtà già con un piede nel domani. Quattro ann ifa, quando Marco diventò titolare dell’azienda con il fratello minore Luca, aveva appena ventitré anni, ma le idee chiare. Puntare sulla selezione degli animali, sfruttando le tecnologie digitali e le conoscenze genetiche oggi a disposizione per migliorare la qualità del latte e la gestione dell’allevamento. Una scommessa vincente: dopo aver dotato tutti gli animali di speciali collari per la rilevazione dei calori, in cascina si è riusciti a migliorare notevolmente i tassi d’ingravidamento delle vacche, con un conseguente risparmio di tempi e costi e una gestione ottimale dell’intera mandria. Un risultato per l’azienda agricola che, probabilmente, se c ifossero stati ancora papà Claudio e zio Massimo al timone, con i loro metodi collaudati,no nsi sarebbero potuti raggiungere tanto velocemente. Ma è proprio questa la cifra distintiva dell’azienda Dellarossa: la capacità di scommettere sul futuro lasciando che le generazioni più giovani prendano presto in mano il proprio destino, con tutto l’entusiasmo e quel briciolo d’incoscienza di cui sono fatti i successi. La strada per arrivare a oggi, con circa 180 vacche in mungitura (oltre 350 complessivamente), una produzione quotidiana che si aggira attorno ai 75 quintali di latte e il desiderio di ampliarsi ulteriormente (a breve dovrebbe essere costruito un nuovo ricovero), è stata lunga e difficile.

DALL’AMERICA A CENTALLO

Una strada che parte da lontano, dall’altra parte dell’oceano. Giovanni Battista, trisnonno di Marco, emigra con i suoi tredici fratelli alla volta della Merica, così com’era chiamato il continente di là dell’Atlantico. LasciaVillafalletto e s’imbarca per l’Argentina. Con fatica, fonda un’impresa di noleggio di macchinari per l’agricoltura, spostandosi in lungo e in largo per il Paese. Riuscito a racimolare un po’ di denaro, decide di tornare in Italia nei primi anni del Novecento: aCentallo,nel 1908, acquista “CascinaGiusi”, una proprietà alle porte del paese, che decide di mettere in affitto mentre continua a occuparsi dei suoi affari d’oltreoceano. Nel frattempo, nel 1903, a Teodelina (nella provincia argentina di Santa Fe) era nato Giovanni Francesco, che sarà effettivamente il primo Dellarossa a lavorare le terre che suo padre aveva comprato.Il piccolo, che conla famiglia aveva accompagnato il papà in Italia, quando nel 1915 Giovanni Battista decide di tornare in Argentina resta a Centallo con la zia. Qui cresce, insieme al fratello Alberto e alla sorella Secondina, ma soltanto tempo dopo riuscirà a rientrare in possesso della cascina, che continuava a essere in mano agli affittuari.

L’INGRESSO IN CASCINA

Così, prima di cominciare l’avventura in azienda,Giovanni Francesco lavora per una decina d’anni alla Fiat. Quella però non è la sua strada e, non senza difficoltà (scontri che gli costarono anche alcuni sabotaggi), riesce a rientrare da padrone a Cascina Giusi. È il 1955, a fianco della casa c’è una piccola stalla che può ospitare una cinquantina di animali. Vacche piemontesi, pochi litri di latte ogni giorno e tanta fatica. Tutto fatto a mano, dalla mungitura all’alimentazione, dalla pulizia della stalla al taglio dell’erba. Ma, a testimonianza di come in azienda si era già al passo con i tempi allora, nel 1962 arriva (probabilmente tra i primi in provincia) il sistema di trasporto latte, con secchielli per raccogliere il prodotto. Con gli anni, ad aiutare Giovanni Francesco arrivano in soccorso i figliGiovanni Battista (classe ’37), Pierluigi (’47) e Roberto (’58). Una famiglia numerosa, composta anche dalle sorelleGiovanna, Luigina, Fiorentina, Marisa e Elsa, oltreché dalla mamma. Tantissimi i parenti sparsi per tutta la provincia: quando si ritrovavano tutti in cortile per sfogliare le pannocchie di granoturco erano più di centocinquanta.

L’INIZIO DI UNA NUOVA STORIA

Sarà il primogenito a portare avanti la tradizione. Quando il papà si ritira dall’attività, per evitare di far torti ai propri figli, decide di mettere in affitto e poi di vendere la cascina che proprio Giovanni Battista acquisterà con tanti sacrifici. È il 1973: oltre a capofamiglia, restano in azienda la moglie Lidia Migliore (conosciuta in piazza a Centallo, sposata nel ’62 e subito portata in cascina) e i figli Claudio (’63), Massimo (’65) e Irene (’67). Per la famiglia Dellarossa è un nuovo inizio. Abbandonato l’allevamento per i primi anni, si gettano nella coltivazioni di peperoni e fagioli. Ma la passione per gli animali non può restare troppo a lungo inascoltata: le due piemontesi tenute più per amore che per necessità, lasciano spazio nel 1978 a un’ottantina di frisone. Sono quelle che trovano spazio nella nuova stalla, costruita pezzo dopo pezzo da papà e figli. Erano gli albori di un nuovo sistema di allevamento e produzione latte e – come confermano gli stessi protagonisti – probabilmente in zona non era ancora sufficientemente diffusa la giusta cultura ditrattamento: le bestie avrebbero potenzialmente potuto produrre già molto di più rispetto ai 20 kg quotidiani di allora, ma ancora non si era capita l’importanza dell’alimentazione per questa tipologia di vacche, continuando a puntare su pascolo ed erba. Dopo soli dieci anni, e molti passi in avanti, nel 1989 arriva la prima sala mungitura (4+4), che due anni più tardi non è più sufficiente per le esigenze dell’azienda e viene subito ampliata (7+7). La produzione cresce, la mandria anche e nel 1995 è arrivato il momento di costruire una nuova stalla, così da riuscire a portare a circa 150 gli animali in mungitura.

IL PASSAGGIO DI TESTIMONE

Ma, prima di quest’altro tassello, c’è il passaggio di testimone ufficiale: Claudio e Massimo subentrano a Giovanni Battista, che resta in azienda lasciando però che siano le nuove generazioni a dettare la linea. Ma, come successo per il papà, anche per i due fratelli gli inizi sono in salita. Nel 1998, a causa di un’epidemia, sono costretti all’abbattimento totale di tutti i capi presenti in azienda. Senza lasciarsi prendere dallo sconforto, girando tra le stalle di Olanda e Germania, riacquistano gli animali e ripartono da zero, con poca produzione nei primi tempi. Con loro c’è anche la sorella Irene, che si occupa esclusivamente della mungitura e che continua a farlo tutt’oggi, due volte ogni giorno. Nel 2001 un altro ampliamento della sala mungitura (14+14), per arrivare alla decisione di lasciare il passo aifigli più grandi diClaudio (gli altri sono Davide e Giulia, avuti con la moglieAriela)in attesa che i cugini più piccoli (Paolo e Andrea, figli di Massimo e Grazia) crescano e decidano se anche loro vorranno scrivere una pagina della centenaria storia di CascinaGiusi.

LE TAPPE

1908

Tornato dall’Argentina, Giovanni Battista acquista la cascina

1955

Il primogenito Giovanni Francesco rientra in possesso della proprietà

1973

Il figlio Giovanni Battista acquista dal padre l’azienda: l’allevamento si converte alla produzione di latte

1978

La costruzione della nuova stalla

1989

Arriva la prima sala mungitura

1998

L’azienda passa ai figli Claudio e Massimo, che devono ripartire da zero dopo un’epidemia

2001

Si amplia la sala mungitura

2016

Ecco al timone la 5ª generazione: Marco e Luca