Aree verdi urbane contro la siccità

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Negli ultimi cinquant’anni, dal 1971 al 2022, i capoluoghi di Regione italiani hanno registrato un significativo aumento della temperatura media annua, con valori particolarmente elevati nell’ultimo decennio. Lo rileva un focus dell’Istat, dove l’analisi delle stazioni termo-pluviometriche mostrano come, rispetto alla media del trentennio 1981-2010, le anomalie climatiche evidenzino un’accelerazione dopo il 1997, quando le anomalie sono state costantemente positive (eccezion fatta per il 2005 e 2010).

L’espansione delle aree verdi nelle città può rappresentare una delle soluzioni naturali di contrasto alle temperature elevate, con la messa a dimora di nuovi alberi su aree estese e dedicate alla crescita di nuovi boschi a sviluppo naturale (aree di forestazione urbana); boschi e aree verdi che, oltre a svolgere la funzione di assorbimento dell’anidride carbonica, sono estremamente efficaci per mitigare il fenomeno delle “Isole Urbane di Calore” delle città, dove le temperature sono mediamente più elevate rispetto alle aree vegetate circostanti (a Roma, ad esempio, è stata rilevata una differenza fino a 6,5% in più tra l’area urbanizzata rispetto alla periferia naturale).

Nel complesso dei capoluoghi di Provincia, l’estensione delle aree verdi complessive (urbane e protette) è di 3.826 Km2, circa il 20% dell’incidenza territoriale, ma solamente 573 Km2 sono propriamente all’interno delle città (e non nella prima periferia), con una disponibilità di verde di poco meno di 32 metri quadri per abitante.

Tuttavia, come rileva Istat, negli ultimi 11 anni la superficie dedicata alla forestazione urbana è progressivamente aumentata (+26,1%).