Continua la protesta degli agricoltori italiani

In varie piazze del Paese, i trattori manifestano contro la politica agricola europea

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Continua la protesta degli agricoltori italiani. Nel cuneese, dopo la grande manifestazione delle scorse settimane a Cuneo, oltre mille persone e più di quattrocento trattori hanno presidiato il capoluogo, marciando rumorosamente – ma senza creare disordini – per le strade del centro di Fossano, esponendo decine di cartelloni contro la politica agricola europea e la concorrenza sleale dell’estero. Una protesta che, sull’eco di quanto accaduto in tutt’Europa (in modo particolare in Francia, con Parigi), continua senza sosta.

«L’agricoltura è vita, senza agricoltura non c’è futuro». Questo è uno degli slogan ripetuti incessantemente durante le manifestazioni; una delegazione è stata ricevuta nei giorni scorsi dal presidente della provincia, Luca Robaldo, che ha ascoltato i motivi della protesta: spese aumentate a fronte di prezzi di vendita invariati, ricadute della pandemia e della guerra su costi ed esportazioni, concorrenza “sleale” da parte di paesi europei non soggetti agli stessi vincoli e una politica agricola europea inefficace.

«Condividiamo i motivi della protesta di questi giorni a Cuneo, in Piemonte e in tutta Italia.

Da anni critichiamo le politiche agricole dell’Unione Europea e la scarsa tutela dei nostri prodotti sui mercati internazionali: fin da subito, abbiamo giudicato negativamente la strategia Green Deal e questa riforma della Pac. Abbiamo promosso molte iniziative per garantire un adeguato reddito alle aziende ma le nostre istanze, portate avanti esclusivamente nelle sedi istituzionali, hanno dovuto fare i conti con un sistema politico che, a tutti i livelli, non ci ha supportati». Così il cavallermaggiorese Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte che, premettendo di non voler “mettere la bandiera” su un movimento di protesta nato trasversalmente, si schiera al fianco degli agricoltori scesi in piazza.

Anche la Cia Cuneo (Confederazione Italiana Agricoltori) ricorda le tante battaglie portate avanti in questi anni. «Gli agricoltori che protestano hanno ragione, ma non devono prendersela con le associazioni di categoria impegnate tutti i giorni per tutelare il settore: sono anni che diciamo alle istituzioni che il mondo rurale è con l’acqua alla gola», commenta il presidente provinciale Claudio Conterno, che arriva a proporre una protesta sicuramente d’impatto. «Se gli agricoltori vogliono farsi sentire non devono portare i trattori in piazza, ma trovare il coraggio tutti insieme di non consegnare i prodotti per dieci giorni: a quel punto vedremo se il nostro comparto conta qualcosa oppure no».