Ridurre l’uso di antibiotici diminuisce i casi di antimicrobico-resistenza. A dirlo sono il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), che hanno verificato il nesso tra la salute delle persone e quella degli animali nel triennio 2019-2021.
Dall’analisi effettuata dalle tre agenzie è emerso che i batteri del genere E. coli, sia negli animali che negli esseri umani, stanno diventando meno resistenti agli antibiotici grazie alla riduzione del loro consumo complessivo.
Questo dimostra che le tendenze preoccupanti riguardanti la resistenza agli antibiotici possono essere invertite con opportune misure e politiche.
«Un impegno maggiore volto a ridurre il consumo non necessario di antibiotici è fondamentale per affrontare la minaccia per la salute pubblica rappresentata dalla resistenza agli antimicrobici. Il rafforzamento dei programmi di vaccinazione e il miglioramento delle pratiche di prevenzione sono essenziali per ridurre il fabbisogno di antibiotici», ha dichiarato Andrea Ammon, direttrice dell’ECDC. La resistenza agli antimicrobici costituisce una grave minaccia per la salute pubblica e animale. Si stima che ogni anno causi la morte di oltre 35.000 persone nell’Unione Europea e rappresenti un onere significativo per i sistemi sanitari europei, con un costo approssimativo di 11,7 miliardi di euro l’anno, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE).