Cosa succederà ai prodotti di origine italiana quando la Gran Bretagna sarà ufficialmente uscita dall’Unione Europea? «Non credo che la paura della fine delle esportazioni verso il Regno Unito sia reale, anche perché l’autosufficienza alimentare del paese è del 50% – afferma il responsabile agroalimentare di Nomisma Denis Pantini -.Inoltre, i prodotti del made in Italy sono di più difficile sostituzione di quelli che arrivano da Spagna e Germania». Stando ad uno studio del gruppo, la Gran Bretagna sarebbe il quarto mercato per l’export italiano e il primo per birra, prosecco, pelati e polpe di pomodoro. «Per quanto sia reale il rischio che gli inglesi possano progressivamente decidere di rifornirsi da altri paesi come quelli del Commonwealth, non va sottovalutato il fatto che i consumatori del Regno Unito siano abituati a vino, formaggi, e pasta e al pomodoro italiano. Difficilmente troveranno prodotti in grado di sostituire le nostre eccellenze da un giorno all’altro», spiega Pier Paolo Rosetti di Conserve Italia, il consorzio cooperativo bolognese che racchiude i produttori di salse e passati. «Spero che non si metta in discussione la libera circolazione delle merci perché l’ipotesi di un’applicazione di dazi per le nostre produzioni sarebbe uno scenario che ci esporrebbe alla fortissima concorrenza dei prodotti del resto del mondo». Il 2018 è stata comunque un’annata positiva per le esportazioni nel Regno Unito di Prosecco con rialzi, dopo il +10% registrato da gennaio a settembre, che sono ancora migliorati e punta al non farsi prendere dal panico anche Riccardo Deserti, direttore del consorzio del Parmigiano Reggiano.
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Possibili ricadute sull’export se il Regno Unito uscirà dall’UE