Non una riga, tra le migliaia di pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), è stata dedicata alle produzioni Dop. È la denuncia che arriva da Origin, associazione che riunisce il 95% dei produttori di eccellenze enogastronomiche tutelate, presieduta da Cesare Baldrighi. Nonostante 800 produzioni protette (tra Dop, Doc e Igp), 200 mila imprese coinvolte e un quinto del Pil (10 miliardi di export), l’agroalimentare italiano è stato “dimenticato” nel Pnrr presentato dal governo, mentre oltralpe (in Francia) analogo provvedimento cita le produzioni Dop almeno una quarantina di volte.
Una scelta che preoccupa il Consorzio Tutela Grana Padano, che con oltre 5,2 milioni di forme prodotte è l’eccellenza a denominazione d’origine protetta più consumata nel mondo. «Trasecoliamo nel constatare come alle prese di posizione, ai pronunciamenti e agli impegni espressi nei discorsi e nelle interviste poi non seguano i fatti – commenta Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano – Segnaliamo già da un po’ di tempo questi atteggiamenti parolai e devo dire che anche i produttori del Grana Padano sono delusi da queste distrazioni incoerenti rispetto ai pronunciamenti verbali. Credo che la politica non debba sottovalutare questo stato d’animo, perché se insieme i consorzi dei formaggi Dop affittassero uno stadio, ovviamente nel rispetto delle norme Covid, per un convegno aperto alle famiglie degli allevatori, l’impianto di San Siro non sarebbe sufficiente a contenerle».