C’è uno studio dell’Università di Bologna, del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, per verificare se la somministrazione periodica di erba medica alle bovine da latte possa ridurre le emissioni di metano nell’atmosfera.
Il progetto di ricerca studierà gli effetti dell’erba medica affienata. AIFE/Filiera Italiana Foraggi, associazione a cui fanno capo una trentina di impianti di essiccazione e disidratazione per una produzione annua complessiva che sfiora 1 milione di tonnellate, lo guarda con interesse nell’ottica di un ulteriore sviluppo che in futuro potrebbe interessare anche il prodotto disidratato, valorizzando ulteriormente le caratteristiche di una coltura che rispetta pienamente il concetto di sostenibilità ambientale.
«Le positive peculiarità dell’erba medica sono ormai molto conosciute – sottolinea Andrea Formigoni, docente universitario –. I risultati degli studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che l’erba medica, oltre all’eccellente apporto proteico, fornisce una quota di fibra altrettanto importante che soprattutto nei ruminanti favorisce una maggiore ingestione di sostanza secca. Non solo. L’erba medica si rivela un alimento essenziale anche per mantenere in salute gli animali. Grazie al suo elevato tenore di acidi grassi Omega 3 ha dimostrato di riuscire a migliorare la fertilità del bestiame allevato, mentre la presenza di lignina nella sua composizione è in grado di modulare la funzionalità digestiva e l’equilibrio della microflora intestinale in termini superiori rispetto agli altri foraggi, favorendo un miglioramento delle condizioni sanitarie del rumine e dell’intestino degli animali».