Con una tradizione quasi ventennale, Torre San Giorgio è pronta anche quest’anno a proporre la sua sagra dedicata al Fritto Misto. Un piatto tipico della cucina piemontese, declinato nella versione salata e dolce, per dare spazio ai sapori del posto ma anche per riportare in scena le abitudini di un tempo nelle famiglie contadine.
A raccontarci il programma, intrecciato tra storia locale e innovazione, è il sindaco Daniele Arnolfo.
Quando e come siete partiti con il Fritto Misto, divenuto ormai un appuntamento principe tra le manifestazioni della zona?
«Abbiamo voluto che questo piatto rappresentasse la festa dedicata al paese, festa che nel tempo è cresciuta meritandosi l’appellativo di sagra. Il Fritto Misto simboleggia, infatti, l’apice del momento di convivialità della macellazione del suino, che un tempo avveniva in quasi tutte le case dei piccoli paesi di campagna. In quei giorni anche gli scarti venivano presi, fritti e mangiati insieme a chi aveva lavorato. Si lega quindi alla natura povera e contadina che poi chiaramente si è evoluta per proporre tagli anche decisamente nobili, ma le radici sono nella nostra tradizione ed è quello che abbiamo voluto rappresentare scegliendolo come protagonista della manifestazione del paese».
Com’è cambiato l’evento nel corso del tempo?
«Fino a qualche anno fa era una cena servita, poi siamo passati alla modalità self service, più moderna, con fritto misto salato, dolce e pesce, oltre ad alcuni antipasti a base di prodotti tipici tra cui formaggi, battuta di carne e giardiniera. La novità di quest’anno è l’aggiunta del pranzo (il 23 aprile, giorno della festa di San Giorgio, e martedì 25), poiché abbiamo pensato che per le famiglie che arrivano da fuori o per le persone anziane potesse essere preferibile rispetto alla cena.
E poi naturalmente abbiamo coinvolto anche i giovani, con una serata, quella del sabato, dedicata a loro e in cui il fritto misto c’è sempre ma servito al cartoccio, insieme ad altro street food e musica».
Come si articolerà la sagra?
«Da venerdì 21 a martedì 25 aprile il paese sarà animato dall’evento, accompagnato da iniziative collaterali specie nella giornata del 25 quando proporremo il mercatino, la lotteria dell’asilo, il Fitwalking, il raduno delle moto d’epoca e delle vespe».
Quanto è importante l’apporto del volontariato nell’organizzazione?
«Per un piccolo paese è indispensabile. Senza i volontari non sarebbero possibili gli eventi ma nemmeno altre iniziative culturali o sportive. Il fritto misto viene cucinato sul posto da un catering cui ci appoggiamo da sempre, però sono i volontari, tra i quali anche molti giovani, a occuparsi di tutta l’organizzazione e del servizio. Poi ci sono anche quelli che si dedicano alla sicurezza, gestendo la viabilità e i parcheggi. Da quest’anno la squadra dei volontari è un pochino più strutturata, all’interno della nuovissima Confraternita del Fritto Misto che presenteremo ufficialmente il venerdì, giorno dell’inaugurazione».
Torre San Giorgio è per tradizione agricolo ma vanta anche industrie importanti.
«Sì, Torre nasce come un Comune basato principalmente su agricoltura e allevamento, ma nel tempo si è trasformato in un polo industriale. Contiamo sul nostro territorio grandi aziende come il gruppo Idrocentro, Bertolotto e Albertengo, più altre tantissime realtà. Abbiamo più persone che lavorano di quante abitano: circa mille occupati con oltre cento aziende, per un paese di 750 residenti. L’agricoltura è quindi passata un po’ in secondo piano, anche se mantiene sempre la sua tradizione. La presenza di queste industrie è estremamente importante: gli imprenditori hanno le radici nel territorio in cui si sviluppano e quando li chiamiamo ci sono sempre, così come noi rispondiamo alle loro richieste e facciamo il possibile per accontentarli. C’è una bella cooperazione che fa bene all’intera comunità».
Ma anche l’arte ha il suo spazio, con le opere del pittore Sismonda. Com’è nato questo legame con l’artista racconigese?
«Tutto è nato da una forte amicizia personale sfociata con il conferimento della cittadinanza onoraria all’artista che, per ricambiare, ci aveva fatto dono dei suoi quadri che rappresentano i Vangeli. Inizialmente erano appesi in municipio, ora stiamo finendo di ristrutturare Casa Bonino, un fabbricato dietro al Comune, e lì le opere troveranno una sistemazione definitiva. Si è trattato di un grande dono che ci lega anche a Racconigi, con cui prevediamo future sinergie per dare il giusto rilievo a quello che Sismonda ci ha lasciato. Insieme all’associazione Libertas San Giorgio stiamo valorizzando molto l’aspetto culturale e del tempo libero».
Che cosa si fa in particolare per le famiglie del posto e del circondario?
«Abbiamo due spazi verdi di proprietà comunale che intendiamo curare e rendere disponibili. Una è il parco dello Sciu Sal, utilizzato anche dai nostri pescatori, sulla vecchia strada per Scarnafigi, dove si arriva con pista ciclabile attraversando la campagna di Torre San Giorgio. Si tratta di un sito all’aria aperta con una struttura abbastanza ampia che può ospitare momenti di convivialità e che può essere utilizzata in qualsiasi momento. E poi nei nostri progetti c’è il recupero della cosiddetta Peschera, tirata su tanti anni fa, con un laghetto di natura artificiale ma sorgiva, oltre a vari tipi di piante».