Gli allevamenti contribuiscono alla biodiversità

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Lot of Holstein Cow eating in a milk production farm

Se gli allevamenti fossero la principale fonte d’inquinamento atmosferico, le emissioni di gas serra sarebbero dovute aumentare del 38% dal 2005 al 2015. Invece sono salite del 18%, segno che la crescita di produzione del settore (che in quei dieci anni è stata del 30% a livello globale) è stata ottenuta in parte grazie al miglioramento dell’efficienza.

È questo uno degli aspetti su cui si è focalizzata la Giornata Internazionale del Latte, celebrata il 1° giugno, che quest’anno ha posto come tema il cambiamento climatico evidenziando il lavoro svolto dal settore per ridurre il suo impatto ambientale.

La Giornata Mondiale del Latte è stata introdotta nel 2001 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo alimento. Da 21 anni, in questa data, moltissimi paesi di tutto il mondo promuovono i benefici del latte e dei suoi derivati attraverso campagne e attività di vario genere, con il sostegno di un numero sempre crescente di partecipanti.

A essere festeggiato è un intero settore. Il latte, infatti, non è solo un’importante fonte di macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine) e micronutrienti essenziali come vitamina A, vitamina B12, calcio e magnesio. La sua raccolta e la lavorazione rappresentano un mezzo di sussistenza per un miliardo di persone, oltre a incarnare un fondamentale ruolo nelle comunità, nelle economie nazionali e negli aspetti culturali delle società.

I sistemi zootecnici possono contribuire alla conservazione della biodiversità e delle risorse genetiche. Inoltre, il bestiame, se gestito in modo sostenibile, svolge importanti funzioni eco-sistemiche, come il sequestro del carbonio organico del suolo e il mantenimento dei paesaggi agricoli.