L’agricoltore del futuro è un imprenditore del settore cerealicolo e con un titolo di studio ad indirizzo agrario. Ad affermarlo la ricerca dell‘Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia che ha preso a campione di riferimento 903 risposte da altrettante aziende agricole lombarde, piemontesi, emiliane e venete.
«Sembra che un titolo di studio a indirizzo agrario sia associato a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0 – afferma lo studio -, mentre non sarebbe rilevante il titolo di studio di per sé». Per quanto riguarda il Piemonte, gli imprenditori agricoli laureati che puntano sull’innovazione digitale sono il 42%, con un dato che sale al 56% se il fattore possiede una laurea a indirizzo agrario. Lo studio riporta anche che la probabilità di adottare situazioni innovative cresce di pari passo con la dimensione dell’azienda.
Come già affermato, il comparto cerealicolo è quello con le percentuali più alte legate all’agricoltura 4.0 (73% in Lombardia, 72% in Piemonte, 67% in Emilia Romagna, 65% in Veneto); segue il settore zootecnico, con percentuali molto alte in Lombardia (64%) e Piemonte (54%).