Confermato l’embargo sui formaggi europei, la Russia è pronta a dare il via al distretto caseario di Dmitrovsky, a pochi chilometri da Mosca, che punta a diventare il primo produttore di formaggi e latticini del Paese. Il maxi-polo, la cui costruzione è iniziata tre anni fa (coinvolgendo anche alcuni cervelli italiani), ha una potenzialità produttiva di 19 mila tonnellate e rischia di mettere seriamente in pericolo la possibilità che, una volta terminato l’embargo per i nostri prodotti caseari, il mercato russo possa ancora essere interessato a importare latticini dall’Europa. «L’embargo deve finire – ha detto il presidente di Assolatte, in un’intervista a Il Sole 24 Ore –. Più passa il tempo, più sarà difficile recuperare un mercato fatto di consumatori che si sono abituati al gusto dei prodotti falso-italiani».
Infatti, una delle minacce più pericolose per il nostro Paese è la proliferazione di formaggi che imitano nella denominazione le eccellenze italiane (il cosiddetto Italian Sounding), dal momento che la Russia non riconosce la normativa europea che tutela i prodotti Dop e Igp.
«Riaprire il mercato russo – continuano da Assolatte – sarebbe anche importante per trovare nuovi sbocchi a tutta una produzione di latte che, in Italia, sta crescendo oltre le possibilità odierne di utilizzo».