Un patto tra agricoltori, azienda e consumatori. Un accordo solidale per riconoscere il giusto a tutti gli attori della filiera. Una strategia vincente che ha superato la sfida del mercato. L’accordo siglato da Biraghi e Coldiretti Sardegna sul Pecorino ha fatto scuola, diventando modello di riferimento cui s’ispirano le nuove forme di solidarietà commerciale che – specie nel comparto agricolo – sono sempre più necessarie per invertire la rotta.
C’è molto dello spirito di quell’accordo pionieristico siglato due annifa da Biraghi per riconoscere ai pastori sardi la giusta remunerazione del Pecorino (in un momento in cui le quotazioni di mercato avrebbero rischiato di compromettere la sopravvivenza stessa di molte realtà agricole), nell’intesa raggiunta tra la Coldiretti sarda e Gruppo Casillo per tutelare il grano dell’isola: si garantisce un pezzo minimo all’agricoltore (22 euro al quintale) con pagamento immediato. Una soluzione che – queste le intenzioni – dovrebbe porre un argine al tracollo che negli ultimi quattordici anni ha interessato il comparto cerealicolo della Sardegna, la cui superficie coltivata a grano è scesa di quasi l’80% (da 96 mila ettari ad appena 20 mila) e il numero di cerealicoltori si è dimezzato (oggi sono meno di 6 mila, erano 12 mila agli inizi del Duemila).
CROLLO VERTICALE
Gli ettari di grano in Sardegna si sono più che dimezzati:
da 96 mila ad appena 20 mila
Il “modello Biraghi” vince e convince, tanto da essere citato dallo stesso presidente di Coldiretti Sardegna, come esempio per tutelare tutti gli attori delle filiere agroalimentari, che spesso fanno ricadere sull’ultimo anello della catena (l’agricoltore) le difficoltà dell’intero settore. «Dopo gli accordi di filiera con Biraghi per il Pecorino etico solidale – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – abbiamo siglato un altro accordo di filiera importante per la nostra agricoltura, dando una risposta concreta ad un settore in difficoltà come quello cerealicolo. Come sempre si garantisce un prezzo minimo al produttore, tamponando il punto critico della filiera che scarica sul produttore le crisi del settore, e si valorizzano le nostre produzioni di altissima qualità e si lavora insieme, lungo tutta la filiera, per valorizzarla anche con nuovi prodotti».