Il richiamo dei monti arriva fino in pianura

AZIENDA ALLEMANO - Nel cuore i ricordi degli alpeggi,negli occhi la speranza del futuro

1871

VIA DEI ROMANI (Saluzzo)

Il panorama incorniciato dal portone aperto lascia senza fiato. Rigogliosi campi in primo piano, Saluzzo poco più indietro. Sullo sfondo quelle montagne dove da ragazzo accompagnava il padre al pascolo durante l’estate, quando la mandria si trasferiva sugli alpeggi di Acceglio. Un paesaggio da cartolina che, grazie all’intuizione di chi progettò i lavori negli anni Settanta, si può godere restando in piedi all’ingresso della stalla: nessun pilastro a sostegno della campata, una visuale libera da ostacoli, la bellezza di avere come quinta le colline del Marchesato. La storia dell’azienda agricola Allemano, nelle ultime campagne saluzzesi di Via dei Romani (ai confini con la frazione Cervignasco), ha fondamenta molto più profonde di questa stalla.

LE ORIGINI

Comincia con Giuseppe, classe 1890, che in quella cascina arriva come affittuario negli anni Quaranta con i figli Giovanni (1920), Antonio e Giuseppe. Una vecchia stalla sul retro, qualche giornata di terreno e tanta fatica. Perché allora il lavoro nei campi significava sudore e sacrificio, impegno e forza fisica. Proprio per questo, perché servivano braccia forti e cuori giovani, Giuseppe lascia che siano i figli a portare avanti l’azienda, ma non prima di aver fatto i conti con la guerra. Il primogenito Giovanni è chiamato alle armi sul fronte francese, ma fortunatamente torna sano e salvo da quella terribile esperienza, che cerca in fretta di dimenticare. Giorni duri, dove il primo nemico da combattere era soprattutto la fame. Tornato dal fronte, ad aspettarlo aVia dei Romani non c’è soltanto il lavoro. Nel 1947 sposa Lucia Ponso, con cui avrà quattro figli (Caterina, Silvana, Giuseppe e Maria Assunta). È in quel periodo che la storia della famiglia Allemano s’incrocia con quella del caseificio Biraghi di Cavallermaggiore e da allora corre parallela: dai pochi bidoni munti a mano lasciati a bordo strada, all’autocisterna che oggi carica trenta quintali di latte ogni giorno.

L’ALPEGGIO

La vecchia stalla, che ospita una quarantina di piemontesi, d’estate si svuota.Giovanni e i suoi fratelli sono interpreti di ciò che oggi è considerato un patrimonio immateriale dell’umanità: è il rito della transumanza, della salita agli alpeggi degli animali, che lasciano le calde pianure alla ricerca della fresca erba che cresce sui pendii. Un appuntamento che si ripete uguale ogni estate, una festa per tutta la famiglia. Sulle montagne di Acceglio (prima prese in affitto, poi acquistate), ci sono anche due piccole baite che si trasformano nella casa di chi resta a controllare le bestie al pascolo e in caseificio artigianale per trasformare il latte munto in altura in formaggi dal sapore deciso. Intanto, nella pianura del Marchesato, arriva il momento della svolta. I tre fratelli decidono di fare il passo decisivo per dare un futuro alle proprie famiglie, che intanto si allargano e crescono in numero. È il 1967 quando la cascina viene acquistata dal vecchio proprietario, un avvocato torinese. Pur continuando a lavorare assieme, i tre decidono di avere ognuno il proprio spazio e una casa indipendente. In azienda il lavoro non manca, così come non manca la volontà di crescere. Pochi anni dopo esser diventati proprietari, nel 1974 arriva l’investimento che darà un’ulteriore spinta alla storia degli Allemano. È la nuova stalla a una sola campata, quella che incornicia le colline saluzzesi e così avveniristica per l’epoca, in grado di ospitare fino a 200 vacche piemontesi e che in futuro saprà adattarsi alle nuove esigenze dell’azienda senza la necessità di essere stravolta. La vecchia stalla non va in pensione: una parte degli animali continua a trovare ricovero proprio tra le mura da cui partì tutto.

IL NUOVO INIZIO

Gli Anni Ottanta sono quelli della separazione dei tre fratelli (ognuno proseguirà con la propria attività agricola), dell’ingresso formale in cascina di Giuseppe (che ne diventa titolare nell’83), dell’addio agli alpeggi in montagna con la vendita dei terreni. Sono anche gli anni del risanamento obbligatorio delle stalle, con l’abbattimento di tutti i capi e la necessità di ricominciare da zero. 1988: un nuovo inizio, che la terza generazione decide di affrontare puntando sulle vacche da latte.In Olanda, Giuseppe acquista una trentina di frisone e adatta la nuova stalla, costruendo la prima sala mungitura, che dieci anni più tardi sarà perfezionata. Come per il padre, non c’è soltanto il lavoro in Via dei Romani. L’amore è lì, a cento metri di distanza dalla cascina che l’ha visto crescere. Con Graziella Becchio,Giuseppe si sposa nel 1992 e tre anni più tardi nasce Enrico, seguito poi da Matteo (1998). Sono anni di cambiamenti veloci, anche d’incertezze, ma che Giuseppe affronta con coraggio e determinazione. Quando nasce il secondogenito, rimette mano alla stalla per ammodernarla (70 capi) e nel 2013 decide di ampliarsi ancora, costruendo un nuovo prolungamento che consente all’impresa agricola di crescere arrivando ai 120 capi in mungitura di oggi (250 animali allevati in tutto). Quella degli Allemano è una storia scritta un capitolo alla volta, ma con tante pagine ancora bianche per raccontare il futuro della quarta generazione, ormai pronta a prendere il timone dell’azienda.

LE TAPPE

1940

Nonno Giuseppe arriva con la famiglia in Via dei Romani

1945

Dopo il fronte, papà Giovanni prende le redini con i fratelli

1950

Comincia il rito dell’alpeggio ad Acceglio 1967 – I fratelli diventano proprietari di cascina e terreni

1974

Si costruisce la nuova stalla

1983

L’azienda viene suddivisa: Giuseppe (figlio di Giovanni) diventa titolare

1988

L’allevamento è riconvertito alla produzione di latte 2013

Si amplia la stalla ed entrano in cascina le nuove leve: Enrico e Matteo