Ritratti – In Cascina Piotta si mungeva il latte e si coltivavano le verdure che finivano in città
VILLASTELLONE
In pochi conoscevano il suo vero nome. Giovanni all’anagrafe, “Pichet” per tutti gli altri. Là dove oggi corre veloce l’autostrada, portava al pascolo gli animali. Non più di una decina di vacche piemontesi, che diedero il via a una storia famigliare lunga più di un secolo.
LE ORIGINI
Classe 1864, Giovanni Parvopasso è il primo a entrare, assieme alla moglie Maria Cavaglià (1890), nel cortile di Cascina Piotta, in strada Villastellone. Accanto alla casa, una piccola stalla: otto vacche, qualche vitello, un cavallo. Una vita di fatica e sacrifici. Non passa molto tempo che ad aiutare il papà nei lavori dei campi arrivano i figli. Sono sei quelli nati tra quelle mura: Giuseppe (1901), Francesco, Severino, Francesca, Angela e Clotilde. Tutti a loro modo contribuiscono, mattone dopo mattone, a consolidare le fondamenta di una famiglia da sempre molto unita
TRA LE DUE GUERRE
Nell’Italia che cerca di risollevarsi dal primo conflitto mondiale, ognuno trova la sua strada e in cascina rimane il primogenito Giuseppe con la sorella più piccola Clotilde. Nel 1927, in pieno regime, il matrimonio con Margherita Casale. A lei, nata in Cascina Rigolfo, la vita di campagna non spaventa. Sa bene cosa significhi il lavoro a stretto contatto con gli animali. Prima che i venti di guerra tornino forti a soffiare in tutt’Europa, la famiglia cresce: dopo Mariuccia, nasce Giovanni (1933). Troppo giovane per essere arruolato nella Prima, troppo avanti con gli anni per entrare subito in battaglia all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, papà Giuseppe non riesce comunque a scampare al conflitto. Richiamato in extremis, parte per il fronte francese, dove però combatterà soltanto una decina di giorni prima di riuscire a tornare a casa. Giorni di lontananza in cui, però, Cascina Piotta viene presa di mira: senza l’uomo di casa, tocca a nonna Maria e mamma Margherita mettere in fuga ladri e malintenzionati.
Chiusa la parentesi della guerra, è il tempo della ricostruzione. Anni di grande ingegno e impegno, d’inventiva e sudore.
I MERCATI DI TORINO
Accanto al lavoro nella stalla, di cui Giuseppe comincia a occuparsi sempre più, si affianca quello nei campi di verdura. Terra ricca e fertile, la campagna che circonda la cascina produce ortaggi e prodotti che nella Torino che si affaccia all’industrializzazione di massa fanno gola. E così, grazie a un carretto d’altri tempi e tanta buona volontà, gli affari s’ingrandiscono: al mercato nuovo di Torino i prodotti della famiglia Parvopasso vanno a ruba, tanto che in tanti (tra cui anche gli ufficiali dei carabinieri) prenotano la verdura ancora prima che arrivi sulla piazza. A soltanto un campo di distanza, c’è la cascina di Alda Maria (1935). Di cognome fa Bauducco, abita in località Bauducchi (dove oggi ha sede l’azienda agricola), e appena ventenne lega per sempre la sua vita a Giuseppe. Dopo il matrimonio (1955), la scelta di ampliare l’attività: con la costruzione della nuova stalla (in grado di ospitare una quarantina di animali), in Cascina Piotta si punta sulla produzione di latte. Grazie anche alla collaborazione con i cognati (i fratelli di Alda Maria gestivano due latterie e una gelateria in centro a Torino), gli affari non tardano ad arrivare. Sono gli anni del boom economico, della metropoli affamata di prodotti agricoli, delle opportunità da cogliere quando si presentano.
Inizi Novecento
Dopo il primogenito di Giovanni (1864) e Maria (1890) arriveranno altri 5 figli
Anni Venti
Giuseppe si sposa con Margherita e subentra al padre nell’attività
Dopoguerra
Accanto alla stalla si affiancano i mercati agricoli a Torino
Anni Cinquanta
Giovanni (1933) prende in mano l’azienda, assieme alla moglie Alda Maria
Anni Settanta
L’acquisto dei terreni ai Bauducchi, i tori da ingrasso e il trasferimento
L’AUTOSTRADA E IL TRASLOCO
E una di queste arriva agli inizi degli Anni Settanta, quando si comincia a progettare l’autostrada Torino-Piacenza, che proprio accanto ai terreni di cascina Piotta dovrà passare. Ci vorranno degli anni prima che gru e draghe si mettano al lavoro, ma con il ricavato degli espropri Giovanni può iniziare a guardarsi attorno. In località Bauducchi, c’è un terreno da affittare. Sette giornate, che riesce con il tempo ad acquistare. Qui costruisce la nuova casa, un capannone e una stalla per una sessantina di animali. Accantonate per un po’ le vacche da latte, Giovanni decide di puntare sui tori da ingrasso. Anno dopo anno, l’attività continua a crescere: nel ’79 si costruisce una nuova stalla (un altro centinaio di capi) e, a metà degli anni Ottanta, un capannone. Un pezzo alla volta, l’azienda agricola s’ingrandisce e agli inizi degli anni Novanta, quando il figlio Tommaso è ormai a pieno titolo dentro l’attività di famiglia, la decisione di tornare alle origini, a quelle vacche da latte a cui da sempre è legato Giovanni. Le prime undici vengono comprate alla Fiera di Cremona, ma passa qualche mese che a queste se ne aggiungono altre quindici. Una crescita continua e costante, fino ad oggi. Dal Duemila è Tommaso a tenere ufficialmente le redini dell’azienda agricola, aiutato dalla moglie Antonella Martini, originaria di Cambiano. Conosciuta a Cavallermaggiore, nella sala da ballo de “Le Cupole”, è diventata sua moglie sette anni prima (1993), poi mamma di Andrea (1998), Federica (2002) e Valentina (2011). La quinta generazione di Parvopasso è già in attività, pronta a scrivere le prossime pagine di quest’avventura