La pandemia spinge la crescita della produzione di cereali in Ue

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Il settore agroalimentare si è trovato, per colpa dell’emergenza Covid-19 a doversi adattare al cambio di consumi delle persone.

L’essere rimasti chiusi in casa, senza possibilità di uscire, ha spinto gli italiani ad acquistare alimenti di base come pasta, riso, farina frutta e verdura, mentre alimenti più pregiati come la carne e il vino di qualità o formaggi più ricercati sono stati venduti in maniera molto limitata, dal momento che vengono consumati preferibilmente in bar e ristoranti chiusi al pubblico.

Per questo si prevede che nell’attuale biennio la produzione di cereali nell’Unione europea crescerà del 4,5% in più sfiorando i 300 milioni di tonnellate; di contro, si conta una leggera flessione nella produzione del biennio successivo, rimanendo poco sotto i 290 milioni di tonnellate.

Calerà la produzione di colza che scende sotto i 15 milioni di tonnellate, dal momento che si è sensibilmente ridotto il terreno di coltivazione, mentre le colture proteiche dovrebbero crescere a 4,5 milioni di tonnellate, (+4% in più rispetto allo scorso anno), grazie alle buone prospettive di mercato per scopi alimentari e come alimenti zootecnici.