È ancora presto per valutare quali saranno le ripercussioni dello stop agli spostamenti, dettato dall’emergenza sanitaria in corso in tutt’Europa, sulla prossima campagna di raccolta della frutta. Con le frontiere che tornano ad esistere, è sempre più probabile che quell’esercito di circa 10 mila persone straniere che ogni anno si riversa nel cuneese per raccogliere uva, pesche o mele rischi di restare bloccato al confine. In particolar modo, come evidenzia una nota di Coldiretti, c’è preoccupazione per la possibilità di far arrivare in queste terre rumeni, albanesi, macedoni, marocchini e indiani, che oggi rappresentano una forza lavoro difficilmente sostituibile durante le campagne di raccolta o nella gestione degli allevamenti.
«Bisogna semplificare radicalmente le procedure, in particolar modo quelle legate all’emissione del voucher agricolo – dicono dall’associazione di categoria –. Si tratta di uno strumento efficace, che ha favorito l’occupazione e fatto venir a galla il lavoro sommerso».
In provincia di Cuneo i voucher arriverebbero potenzialmente a generare 8 mila posti di lavoro, in particolar modo nel periodo della vendemmia e della raccolta della frutta.