Quali sono le cause dell’aumento di bevande vegetali, scorrettamente chiamate “latte”, come quelle a base di soia, cocco o avena? Durante un interessante convegno organizzato da Assolatte, la dottoressa Laura Gennaro (ricercatrice Crea – Alimenti e Nutrizione) ha tentato di dare una risposta a questa difficile domanda. Secondo la ricercatrice, le aree responsabili dello spostamento delle scelte dei consumatori sono “nutrizione e salute” e “sostenibilità”. La prima spiegazione (“nutrizione e salute”) è legata all’insieme di timori per allergie e intolleranze e, più in generale, dal consumo di prodotti di origine animale: timori infondati, come hanno dimostrato le più recenti ricerche scientifiche, ma difficili da sradicare.

La comunicazione di questi prodotti spesso fa leva sulla loro presunta naturalità, quando invece si tratta di alimenti quasi sempre “costruiti” con una composizione che può variare e a cui è difficile assegnare un profilo nutrizionale definito. Sul fronte “sostenibilità”, la dottoressa ha invece evidenziato come alcune pubblicazioni – tra cui quella del Lancet – che valorizzano il minor impatto ambientale dei prodotti vegetali non tenga in realtà conto dell’intera catena di produzione (dal campo alla tavola), ma si focalizzi solo sulla produzione del prodotto finito.