Mesi senza pioggia, le campagne sono già assetate

301

Gennaio si è chiuso senza precipitazioni. Da oltre cinquanta giorni, uno tra i periodi più lunghi degli ultimi sessant’anni, non scende una goccia di pioggia su gran parte del Piemonte. Una situazione anomala che mette in allarme tutto il mondo agricolo, che già lo scorso anno aveva dovuto fare i conti con una riduzione dell’indice pluviometrico del 17% (dati Arpa) e che oggi guarda con preoccupazione lo scarso innevamento sulle nostre montagne, la ridotta portata dei corsi d’acqua e le previsioni di bel tempo dei prossimi giorni. Come evidenzia Arpa, a gennaio le portate dei corsi d’acqua principali e secondari presentano ovunque scostamenti negativi rispetto alla media storica di riferimento; molto significativi i deficit nel bacino del Sesia a nord, del Pellice e del Maira a ovest, dove si supera il -70%. Una situazione diffusa sull’intero territorio che si traduce in portate dimezzate sulle aste principali del Po e del Tanaro, vicinissime al minimo storico del gennaio 2008. «L’anomalia climatica è evidente dalla situazione del fiume Po e a preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino, soprattutto nel Nord Italia tra Piemonte e Lombardia – dice Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte -. Sono gli effetti di un andamento climatico anomalo che condiziona la vita sia in città con l’innalzamento dei livelli d’inquinamento sia nelle campagne dove ci sarà bisogno di acqua per le coltivazioni con la ripresa vegetativa». L’assenza di precipitazioni riporta all’attualità anche l’irrisolto tema dei bacini di raccolta, di cui si parla da decenni, come sottolineano anche dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). «L’agricoltura deve fare la sua parte, riducendo il consumo dell’acqua ottenendo, nel contempo, gli stessi risultati, installando, per le coltivazioni nelle quali si può, degli impianti di irrigazione efficienti a manichetta o a goccia. Ed evitando sempre di più l’irrigazione a pieno campo. Tutto ciò per sprecarne il meno possibile. Perché l’acqua è bene prezioso».