Messer Tulipano, scoppia la primavera a Pralormo

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L’arrivo della primavera è segnato dal tripudio di colori che da 25 anni regala la contessa Consolata di Pralormo, “mamma” di Messer Tulipano, non a caso soprannominata la “Signora dei tulipani”. È a lei e alla famiglia erede del maniero che si deve questa manifestazione, in grado di attrarre ogni anno migliaia di visitatori in un piccolo paese situato alle porte del Roero, a una quarantina di chilometri da Torino.

Qui ci si è adoperati per fornire all’evento tutto il supporto necessario, affiancando anche altre iniziative volte a valorizzare le eccellenze del territorio. Un luogo collinare che non è soltanto fiori e castello ma riserva anche altre sorprese ben raccontate dalla sindaca Emma Burzio che, parlando della sua Pralormo, dove è cresciuta e ha sempre vissuto nonostante il lavoro a Torino, non può nascondere entusiasmo e grande affetto.

Messer Tulipano (in scena dal 29 marzo al 1° maggio) si svolge nel parco del castello, progettato dall’architetto di corte Xavier Kurten, cui si devono i più importanti giardini delle residenze sabaude. Tra gli oltre 130 mila tulipani non mancano varietà speciali, ad esempio il tulipano nero che suscita sempre grande attenzione, insieme al bosco dedicato ai narcisi.

Nelle giornate di apertura è possibile anche visitare l’interno dello storico maniero, risalente al Medioevo. Sono due gli itinerari proposti. Uno dedicato alla vita quotidiana in un’antica dimora, e l’altro al Trenino del Conte, un impianto d’epoca in miniatura che affascina grandi e piccoli: venne creato dal conte Edoardo Beraudo, tra gli anni ‘20 e ‘40, ispirandosi alle stazioni vere.

Sindaca, Messer Tulipano è un evento atteso da sempre più persone e annuncia in un certo senso l’arrivo della stagione primaverile. Ci racconta come tutto è cominciato?

«Nasce come iniziativa privata dei conti Beraudo, Filippo e Consolata, anche se già prima erano soliti organizzare eventi a tema per favorire le visite al castello. Poi, 25 anni fa, la contessa ha avuto questa idea che devo dire ha portato il nome di Pralormo ben oltre i nostri confini. Noi come Comune diamo un appoggio e il patrocinio offrendo, parallelamente, nelle domeniche e nei giorni festivi durante il periodo di Messer Tulipano, “Cascine in piazza” con gli stand degli espositori locali nella strada centrale del paese».

Che tipo di prodotti vanta il territorio locale?

«Si tratta per lo più di bancarelle dedicate all’agroalimentare. Quindi miele, frutta, ortaggi, formaggi e salumi. Le suore del Santuario della Spina preparano anche le marmellate fatte da loro. Inoltre da un paio d’anni c’è uno spazio dedicato ad artisti e hobbisti che espongono svariate creazioni. Pralormo è piccolina ma sono molto fiera delle sue eccellenze.

Cito ad esempio l’azienda agricola La Cerea che ha vinto il premio nazionale per la produzione di yogurt probiotico. E poi non posso dimenticare il premio Spighe Verdi che Pralormo, unico Comune nella provincia di Torino, si aggiudica da ben sei anni. Si tratta di un importante riconoscimento che valorizza i Comuni rurali virtuosi nelle strategie di gestione del territorio, con un’attenzione all’ambiente e alla qualità della vita».

Non dev’essere facile, da un punto di vista logistico, gestire l’arrivo di così tante persone nel periodo clou del Messer Tulipano.

«Sì. Questo è certamente uno degli aspetti più complicati che vivo da sempre in prima persona poiché sono anche volontaria della Protezione Civile. Quello che manca è lo spazio, se si pensa alla moltitudine di visitatori che arriva con i pullman. Per non parlare del parcheggio.

Fondamentale è la collaborazione di tutti i cittadini e in particolare delle numerose associazioni. Come per tutti i paesi, ai volontari si deve molto e la maggior parte di quello che realizziamo è possibile soltanto grazie al loro supporto. Inoltre, i proprietari del castello mettono a disposizione un’area per il parcheggio, a pagamento, e il ricavato viene dato alle associazioni per l’organizzazione delle loro attività durante tutto l’anno. Una bella sinergia».

Quali sono le altre caratteristiche del territorio di Pralormo?

«Siamo una terra di peschiere. Il terreno argilloso si presta particolarmente e quasi tutte le aziende ne hanno una per attingere acqua da utilizzare per le coltivazioni e gli allevamenti. Io dico sempre che Pralormo ha tre ricchezze: Messer Tulipano con il castello, il Lago della Spina e il Santuario della Madonna della Spina. Questi ultimi sono collegati da un sentiero che ho battezzato “delle Beatitudini”. Ma sono molti i sentieri che chi arriva può percorrere per scoprire le bellezze locali, con un occhio anche alla biodiversità.

Domenica 6 aprile è stata organizzata una bella passeggiata che ha dato rilievo alla storia di Pralormo e che ha incluso la visita di un museo di attrezzi agricoli di un tempo. Il Lago della Spina, artificiale (1 chilometro di lunghezza e 200 metri di larghezza nel punto più ampio), vanta la diga alta più antica d’Italia. Risale infatti al 1827 e tra due anni organizzeremo un importante evento per celebrare questo anniversario. Il santuario è anche un nostro fiore all’occhiello ed è ancora abitato dalle suore di clausura, che conosco personalmente e che sono un vero vulcano di energia».

E per quanto riguarda le aziende locali? I giovani continuano il lavoro dei loro padri e nonni?

«Fortunatamente sì. Nonostante anche Pralormo risenta di un fisiologico calo demografico, dovuto a una diminuzione della natalità, le realtà locali vedono impegnati anche molti giovani agricoltori, alla quarta generazione, ben proiettati verso il futuro delle loro aziende, con approcci attenti alla tradizione e innovativi allo stesso tempo, oltre che con un’attenzione, oggi imprescindibile, al nostro ambiente».