Nelle bovine, lo stress da caldo non si traduce solamente in una riduzione della produzione, ma – come dimostrato in numerosi studi scientifici – porta con sé una serie di conseguenze sulla salute complessiva dell’animale. I tempi di riposo delle vacche diminuiscono fino a 3 ore al giorno a causa di un progressivo calo nella durata della sessione di riposo, dovuta all’impossibilità per gli animali di dissipare il calore stando sdraiati, preferendo restare in piedi.
Tuttavia, gli studi hanno dimostrato come le vacche siano per indole motivare a coricarsi e questa frustrazione nel non poterlo fare per via delle temperature provoca in loro un forte stress. Inoltre, tempi di permanenza in piedi più elevati sono associati a tassi maggiori di lesioni agli unghielli osservati a fine estate e a una prevalenza di zoppie al termine della stagione calda.
La quasi totalità delle aziende agricole oggi utilizza almeno un sistema di raffrescamento come ombra, ventilatori e docce per alleviare gli impatti del caldo sulle mandrie: è stato documentato come questi accorgimenti migliorino la respirazione delle vacche, la loro temperatura complessiva, la produzione di latte e l’assunzione di alimenti. Tuttavia, si tratta di metodi che non riescono a ripristinare completamente i tempi di riposo. L’Università del Wisconsin, negli Stati Uniti, ha condotto una sperimentazione utilizzando dei ventilatori all’altezza di riposo delle vacche, a 50 centimetri dal livello della lettiera: è stato riscontrato, con brezze di almeno 1 metro al secondo, che le vacche riposavano meglio rispetto a prima, aumentando il tempo di permanenza in posizione sdraiata di circa un’ora