Le denominazioni di origine protetta (Dop) valgono oltre 20 miliardi di euro.
Lo ha calcolato l’Ismea, stabilendo come gli alimenti protetti rappresentino circa il 20% del fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano: il comparto cibo sfiora i 9 miliardi (+9% su base annua), mentre quello vitivinicolo supera gli 11 miliardi (+5%).
Un sistema, quello delle Dop nazionali, che conta oltre 195 mila imprese di filiera, con un numero di lavoratori stimato in 580 mila nella fase agricola e 310 mila in quella di trasformazione.
Le quattro regioni del Nord-Est concentrano da sole oltre la metà (55%) del valore nazionale delle DOP e IGP – con Veneto e Emilia-Romagna che si confermano le prime regioni in assoluto per valore economico – mostrando una crescita di quasi il +6%. In termini relativi è però il Nord-Ovest a presentare l’incremento maggiore (+12%), trainato da Piemonte e Lombardia, la regione con la crescita più alta nel 2022 (+318 milioni).
Il Centro Italia, guidato dalla Toscana, segna un +4%, mentre l’area “Sud e Isole”, dopo gli importanti incrementi registrati nel 2020 e nel 2021, avanza di un ulteriore +3%, con un contributo soprattutto da parte di Sardegna (+19%), Campania (+9%) e Abruzzo (+9%).