BARGE
Per arrivare in centro paese bisogna armarsi di buona volontà. Perché Cascina Chialvetta, là dove l’azienda agricola Debernardi affonda le sue radici, è circondata da campi e prati che si perdono a vista d’occhio. Dalla strada principale, s’imbocca una stretta via che attraversa la campagna: ogni tanto fanno capolino fienili e stalle di chi, in questa terra operosa, ha deciso di dedicarsi con passione al proprio lavoro.
BISNONNO GIUSEPPE
Quando bisnonno Giuseppe la percorse per la prima volta, lasciando località San Bernando per trasferirsi in cascina, era in terra battuta. È il 1911. Fresco di matrimonio, assieme alla moglie Cecilia Ribba, comincia la sua avventura nel nuovo casale, preso in affitto dai signori Colino, aristocratica famiglia romana. Una piccola stalla, una ventina di vacche piemontesi, due cavalli e alcune giornate di terreno. Tutto è messo nero su bianco sul contratto: l’inventario delle piante di gelso (che dovevano essere sostituite una volta abbattute), degli attrezzi, delle finestre. Mentre il primo conflitto mondiale bussa alle porte, la famiglia inizia a crescere. Agli inizi degli anni Trenta, la tavola deve essere apparecchiata per un piccolo esercito: ad arricchire la vita di Giuseppe e Cecilia arrivano quattordici figli (nati tra il 1911 e il 1932), che fin da piccoli crescono dividendosi tra la stalla e i campi. Sono anni di fatica, di lavoro e di rinunce. Sono gli anni del fascismo, del cibo razionato e della paura di dover partire per il fronte.
LA SECONDA GENERAZIONE
Quando la seconda generazione prende in mano il destino dell’azienda è l’inizio degli anni Cinquanta. In cascina sono rimasti Bartolomeo (il maschio più vecchio), Mario (che quando si sposerà prenderà altre strade) e il più giovane Pio. Forse pressata dalle richieste di chi lavora le sue terre, la famiglia Colino decide di costruire una nuova stalla, con annesso fienile, in grado di ospitare una cinquantina di animali. Sono vacche piemontesi, abituate al pascolo, munte a mano ogni giorno: i bidoni di latte vengono lasciati lungo la strada, in attesa che il carrettino passi a raccoglierli. Un carrettino che finirà la sua corsa al caseificio Biraghi, che fin dalla sua nascita (1934) intreccia la sua storia con quella di Cascina Chialvetta: da sempre, senza interruzioni, il latte munto qui si trasforma nei formaggi dell’azienda di Cavallermaggiore.
UN PASSO NEL FUTURO
È con Pio (classe 1932) che l’azienda agricola fa un primo passo nel futuro. Dopo il matrimonio con Caterina Galliano (anche lei di Barge, località Cappella Nuova) e la nascita dei tre figli (Valerio, Elda e Claudio), Pio si getta a capofitto nell’attività di famiglia, restandone da solo al timone agli inizi degli anni Settanta. In quel momento l’esigenza di più spazio inizia a farsi prepotentemente sentire. Arriva così il raddoppio della stalla (82 capi in totale) e la richiesta di un terreno per costruirne un’altra. Nell’1980 si realizza una nuova stalla (115 animali) e, allo stesso tempo, comincia la riconversione dell’allevamento: non più vacche piemontesi (che nel frattempo la selezione genetica aveva indicato per la produzione di carne), ma frisone. Pio ne acquista una trentina dall’Olanda, dando il via a un processo di sostituzione che non si sarebbe più fermato. Anche la tecnologia (che in realtà aveva già fatto un’apparizione con la mungitrice a secchio) arriva in azienda: la nuova stalla è attrezzata con il trasporto latte, primo passo per ridurre la manodopera. A crescere non è soltanto l’azienda agricola. Valerio (classe 1957) e Claudio (1961), da sempre a fianco del papà nella vita della cascina, si sposano (il primo con Agnese Peruccio, il secondo con Vanda Raiolo) e mettono su famiglia. Nel frattempo, accanto alla stalla, si costruiscono una tettoia (1986) e una nuova casa (1989). Proprio in quell’anno, gli eredi della famiglia Colino offrono ai Debernardi l’opportunità di acquistare cascina e terreni, da quasi ottant’anni in affitto: un’occasione che – seppur con qualche difficoltà, viste le spese sostenute per la nuova casa – viene colta al volo.
LA TERZA GENERAZIONE
Gli anni Novanta sono quelli dell’ingresso ufficiale della terza generazione: i due fratelli subentrano al papà portando cambiamenti significativi nella conduzione dell’azienda, che si traduce in un’alimentazione più specifica per le bovine da latte, una selezione genetica più rigorosa e una crescente attenzione al benessere animale. Una crescita progressiva che si concretizza con la costruzione di un’altra stalla (2000), con 180 cuccette e una sala mungitura al passo con i tempi. Un passo alla volta, superato anche il periodo delle quote latte, Cascina Chialvetta si modernizza sempre più. La stalla degli anni Ottanta, non più adatta alle necessità del tempo, viene completamente ristrutturata e ampliata nel 2013, soprattutto per ospitare le vacche in asciutta e rimonta. Ormai da anni, da quando hanno completato gli studi, l’azienda sta già guardando alla quarta generazione di Debernardi: Enrico eTiziano (figlio di Valerio),Alberto, Paolo e Matteo (che, con Elisa, sono i figli di Claudio) si occupano di portare avanti una tradizione di famiglia più che centenaria.
LE TAPPE
1911
Bisnonno Giuseppe si trasferisce con la moglie Cecilia in cascina Chialvetta, presa in affitto da un’aristocratica famiglia romana: qui nascono i loro 14 figli
1934
Inizia la collaborazione con il caseificio Biraghi
1950
I fratelli Meo, Mario e Pio portano avanti l’azienda
1955
Si costruisce la prima nuova stalla, che verrà ampliata negli Anni Settanta
1980
Arriva un’altra stalla per gli animali, affiancata da una tettoia e una nuova casa
1989
L’acquisto della cascina dalle mani della famiglia Colino
1995
La terza generazione (Valerio e Claudio) prende il timone dell’azienda
2000
Nuova stalla e sala mungitura
2013
Ristrutturazione del vecchio ricovero per le vacche