Carcere fino a dieci anni e sanzioni pecuniarie che variano dal 3% al 5% del fatturato (al massimo 40 milioni di euro). Il Parlamento Europeo ha approvato una serie di nuove misure e sanzioni per combattere la criminalità ambientale, che costituisce una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata (quarta dopo il traffico di droga, armi ed esseri umani).
Tra le principali novità introdotte, l’inserimento del reato di commercio illegale di legname, di esaurimento delle risorse idriche, di gravi violazioni sulle sostanze chimiche e sull’inquinamento causato dalle navi. Sono stati anche inseriti dei “reati qualificati”, che provocano la distruzione di un ecosistema, come gli incendi boschivi su larga scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo. Un elemento chiave della direttiva è il sostegno, e l’assistenza nei procedimenti penali, per gli informatori che segnalano reati ambientali.
Gli stati dell’Unione Europea hanno 2 anni per recepire le norme nel diritto nazionale.