Più agroenergie, meno combustibili

In Italia ci sono 25 milioni di tonnellate di residui da utilizzare

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C’è una grande opportunità, al momento non sfruttata completamente, di ridurre la dipendenza dell’Italia dall’estero per la fornitura di energia e – allo stesso tempo – valorizzare scarti di produzione agricola, alimentando una bioeconomia circolare e sostenibile.

Questa è rappresentata dalle agroenergie che, come ha messo in luce un interessante studio condotto dall’Italian Biomass Association, potrebbero sfruttare ancora 25 milioni di tonnellate l’anno di residui agricoli e agroindustriali, oggi ancora garantiti dalle importazioni.

Secondo questa prospettiva, le agroenergie sono in grado di conciliare lo sviluppo economico con la salvaguardia dell’ambiente e con l’incremento dell’occupazione e affrontare in modo globale le sfide tra loro interconnesse della scarsità delle risorse naturali, della sicurezza alimentare, della dipendenza dalle risorse fossili e del cambiamento climatico.

Attualmente (ultimo dato aggiornato al 2020, fonte Annuario dell’Agricoltura italiana), nel nostro paese sono più di 1.500 gli impianti di biogas, dei quali l’80% alimentato con biomasse agricole (effluenti zootecnici, scarti agricoli, sottoprodotti industriali e colture energetiche) e il 10% da frazioni organiche dei rifiuti urbani.

Focalizzandosi sulla produzione di biogas, lo studio evidenzia come questo modello virtuoso di economia circolare non sia solamente una strategia di diversificazione della produzione energetica, ma rappresenti anche un’opportunità importante e sostenibile per restituire ai terrenti la sostanza organica necessaria e ridurre le emissioni di metano e anidride carbonica in atmosfera.

Il digestato – ovvero il residuo organico del processo di trasformazione – rappresenta un’opportunità di fertilità per il suolo, nonché la riduzione dell’impiego di fertilizzanti sintetici: un elemento nutritivo importante per la nostra terra, che sopperisce anche alla mancanza di prodotti chimici di sintesi a causa del conflitto in corso in Ucraina (dalla Russia l’Italia ha importato 65 milioni di euro di fertilizzanti nel 2021, fonte Istat).