Prospettive dell’agricoltura europea

L'instabilità dovuta alla guerra preoccupa il settore primario

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È una stagione dalle grandi incertezze quella che stiamo attraversando. Come conferma il Rapporto Europeo sulle prospettive del mercato agricolo, la guerra in Ucraina continua ad avere pesanti ripercussioni sulla stabilità economica del Vecchio Continente, nonostante un rallentamento dell’impennata dei prezzi delle materie prime. Le quotazioni di queste ultime, (soprattutto dopo la firma del trattato per riaprire i corridoi di esportazione dei cereali nel Mar Nero) sono rimaste stabili, ma a essere aumentati sono i costi di produzione e i prezzi al consumo, legati a un incremento delle spese della filiera logistica, che comprende elettricità, lavorazione, imballaggio e trasporto.

A preoccupare il settore agricolo, in vista della prossima stagione, è anche la disponibilità di fertilizzanti: le industrie produttrici utilizzano gas naturale per mettere sul mercato ammoniaca e altri prodotti a base di azoto e si è già assistito a interruzioni (o riduzioni) di produzione quando i prezzi del gas sono troppo alti.

Nel dettaglio, per quanto riguarda la produzione cerealicola, si stima che l’Unione Europea a fine anno complessivamente avrà prodotto 270 milioni di tonnellate, con un calo del 7,8% rispetto all’anno precedente. Il calo più marcato riguarda la produzione di mais (-23% su base annua), che fa da contraltare all’aumento di resa del grano tenero (36 milioni di tonnellate, +22%).

Nonostante un’estate particolarmente secca, che ha causato stress produttivo nelle bovine da latte, a fine anno la quantità di latte prodotto in Europa dovrebbe essere praticamente la stessa dello scorso anno, con una flessione dello 0,5%. Come segnalato nel rapporto, la vera preoccupazione riguarda l’inizio del prossimo anno, con allevatori che devono affrontare costi di produzione più alti e una domanda dei consumatori potenzialmente inferiore a causa dell’inflazione sui prodotti alimentari.

Cali produttivi anche nel settore carne: complessivamente, nel 2022, la produzione di carne bovina scenderà dello 0,6%, quella suina del 5% e quella avicola dello 0,9%.