Oltre 2.400 milioni di euro persi, che diventeranno più di 3.700 milioni entro la fine del 2020.Il Centro Studi diConfagricoltura ha stimato il danno che, da quando è stato attivato,ha portato l’embargo russo sulle importazioni di prodotti agricoli e dell’industria alimentare. Ad essere colpiti in modo pesante sono stati il settore della frutticoltura (-100%), il comparto delle carni(-99,9%) e quello degli ortaggi (-99,7%). Seguono il latte e derivati (-93%) e le preparazioni di cereali(-31,3%).
Le regioni più danneggiate solo nel 2018 rispetto al 2013, sono state l’Emilia Romagna (-67 milioni di euro), il Piemonte (-42 milioni di euro) e il Veneto (-40 milioni di euro).Intanto gli agricoltori russi, incentivati dal loro governo a tendere all’autosufficienza alimentare, perseguono l’aumento produttivo in termini quantitativi e qualitativi. «Sollecitiamo l’Ue a riconsiderare le posizioni assunte – dice Confagricoltura – poiché c’è il rischio che i nostri prodotti non trovino più spazio su questo importante mercato».