Ottocento venti milioni di persone non hanno accesso al cibo. Se vengono considerati anche tutti gli individui “insicuri” che hanno un accesso regolare a fonti di sostentamento appropriate, si supera la cifra monstre di 2 miliardi. Sono i numeri contenuti nel rapporto Fao, presentato a Ginevra, sullo stato di malnutrizione mondiale. Se in una parte del mondo il fenomeno della denutrizione è sempre in crescita, nell’altra si assiste al processo inverso con il sovrappeso e l’obesità che aumentano in maniera esponenziale: nel 2018, si stima che 40 milioni di bambini fossero in sovrappeso (di cui il 44% obesi).
Un rapporto che spinge i promotori a chiedere ai Governi azioni concrete, con l’adozione di misure fiscali come tasse su specifici prodotti agro-alimentari ritenuti eccessivamente ricchi in zuccheri, grassi e/o sale. E per questo, l’Italia ha chiesto alle agenzie interessate se siano stati opportunamente studiati e valutati i potenziali rischi e gli effetti indesiderati di tali misure, soprattutto in Paesi in via di sviluppo e in contesti fragili caratterizzati da alti tassi di povertà. L’accesso a diete salutari, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dipende anche dallo sviluppo sostenibile dell’agricoltura e dal miglioramento della sicurezza alimentare: la diversità alimentare e le abitudini alimentari corrette sono spesso componenti del patrimonio culturale di un Paese o di una regione e possono giocare un ruolo positivo contro la malnutrizione, il sovrappeso e l’obesità. Tra tutte, quella Mediterranea.