Ci sono ancora alcuni aspetti da approfondire, qualche specifica tecnica da studiare più nel dettaglio, ma i risultati del progetto “Nanosak” che ha coinvolto ricercatori dell’Università di Milano (Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, Nutrizione e Ambiente e Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali) dell’Istituto di Agrochimica e Tecnologia per gli alimenti di Valencia, pongono le basi per lo sviluppo di nuovi packaging eco-sostenibili, in un’ottica di piena economia circolare. Grazie allo studio portato avanti dai due laboratori è stato possibile mettere a punto due tipologie di materiali, uno a base carta e uno a base bio-polimerica, che inibiscono lo sviluppo microbico, e che derivano dal permeato di siero, uno dei sottoprodotti della lavorazione del latte. Un approccio, come detto, di vera economia circolare sostenibile, in grado di utilizzare dei residui di lavorazione per la produzione di molecole da reimpiegare nel confezionamento di prodotti caseari. Il siero di latte, sottoprodotto del processo di produzione del formaggio, rappresenta circa il 90% del volume iniziale del latte e ne contiene tutte le componenti solubili non trattenute nella cagliata (lattosio, sieroproteine, amminoacidi). Le proteine del siero possono essere recuperate con un processo di ultrafiltrazione e impiegate come ingrediente per la formulazione di alimenti, preparazioni farmaceutiche e cosmetiche. Il processo di ultrafiltrazione genera un secondo sottoprodotto, il permeato di siero, che rappresenta l’ultimo residuo del settore lattiero-caseario. Ed è da questo che gli studiosi italiani e spagnoli sono partiti per mettere a punto delle molecole per le produzioni di packaging completamente green.