Parte dal Piemonte un progetto sperimentale per ricollocare la lana all’interno di un sistema produttivo ed economico virtuoso. Nella transizione epocale dal mondo contadino al ben più complesso sistema globalizzato, la lana è passata dall’essere un bene prezioso – che poteva essere utilizzato per la fattura di capi da indossare, elementi di arredo, cuscini e materassi – a un peso da gestire, con un aggravio di costi per gli allevatori che già devono far fronte a una spesa ingente per la tosatura, svolta in gran parte da operatori stranieri, nell’ordine di quasi due euro per capo.
La Regione Piemonte, d’intesa con l’Arap (l’Associazione Regionale degli Allevatori), ha avviato un progetto che consente lo stoccaggio e lo smaltimento della lana tosata: si chiama “Progetto Pura Lana Piemontese” e prevede la collaborazione con il Consorzio “Biella The Wool Company”, fondato e presieduto da Nigel Thompson, inglese di Bradford, che dagli anni ‘80 si è trasferito nel biellese per lavorare e commercializzare la lana. «Il nostro ruolo è curare la raccolta della lana sucida direttamente dagli allevatori, per i territori delle province di Cuneo e Torino, predisponendo la documentazione sanitaria richiesta trattandosi di un sottoprodotto di origine animale. La lana, una volta ammassata in balle e sistemata in sacchi che vanno dai 100 ai 400 kg, viene stoccata in due magazzini, uno a Pinerolo e l’altro a San Chiaffredo di Busca. Di qui partono i camion verso il Consorzio che ha sede a Miagliano», spiega Battista Camisassa, responsabile dell’area cuneese di Arap.