Un secolo a Cascina Generala

RITRATTI - La storia della famiglia Tosco, che da quasi cent'anni gestisce l'azienda di Cavallermaggiore

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Cent’anni a Cascina Generala. Il prossimo anno sarà passato un secolo da quando Lorenzo (classe 1891) acquistò l’azienda agricola nell’omonima località di Cavallermaggiore, ancora oggi portata avanti dai discendenti della famiglia Tosco. Una cascina che apparteneva ai conti Filippi di Baldissero ma che, stando a una versione che profuma di leggenda, i nobili furono costretti a vendere per saldare alcuni debiti di gioco: un intermediatore si occupò trovare un acquirente e non dovette percorrere molti chilometri per concludere l’affare.

LE RADICI

Fino al 1923, Lorenzo aveva vissuto con la moglie Orsola Vittone (1893) in un piccolo casolare a Caramagna, che conducevano a mezzadria. Qui sono nati i primi tre figli (Giacomo, Antonio e Giovanni), quando gli si presenta l’occasione di una vita: mettendo mano ai risparmi di una vita e chiedendo prestiti alle banche, Lorenzo riesce a comprare quella cascina in cui la sua famiglia metterà radici e continuerà a crescere.

Sono anni di sacrificio e sudore, con la truppa che cresce di numero: prima Maddalena, poi Rocco (1925), Giuseppe e Margherita. Nella stalla qualche vacca da mungere, maiali nel porcile e un cavallo per il lavoro nelle campagne.

La guerra bussa alle porte della cascina: i tre figli più grandi sono costretti a partire per il fronte, dal quale torneranno provati nel fisico e nel cuore. Rinchiusi nei campi di prigionia, tra mille difficoltà i fratelli riescono trovare la strada di casa quando le sirene antiaeree cessano di suonare. Ma quando si presentano sull’uscio, neppure mamma Orsola riesce a riconoscerli a causa della sofferenza rimasta impressa sui loro corpi.

A SANT’ALBANO

È il momento di ricostruire, di ripartire. A Cavallermaggiore, con la famiglia che cresce, lo spazio inizia a scarseggiare. Così matura la decisione di traslocare in Cascina Pioppella, in località Dalmazzi a Sant’Albano, in una cascina di proprietà della famiglia Guarda (con circa 170 giornate di terreno). Lorenzo e i suoi figli siglano il contratto d’affitto, mentre trovano un inquilino fidato per Cascina Generala. È proprio di là dello Stura che l’azienda agricola Tosco si converte alla produzione di latte. Le prime 15 vacche frisone vengono acquistate direttamente in Olanda, ma la mandria cresce velocemente fino a garantire una produzione di 5 bidoni al giorno.

L’azienda agricola della famiglia Tosco

IL RITORNO

Il ritorno a Cascina Generala è questione di attimi.

Rocco, che nel 1957 aveva sposato Agnese Carle (1937), decide di camminare con le proprie gambe. Nel 1958, il giorno di San Martino, calpesta nuovamente il cortile che lo aveva visto scorrazzare da bambino. E in quello stesso anno nasce il primogenito Renzo, cui seguiranno Dino (1960) e Marco (1965).

La cascina di Cavallermaggiore è rimasta quella di un tempo, ma la tecnologia inizia a fare il proprio ingresso in azienda. La mungitrice automatica è la prima grande rivoluzione (a quel tempo in pochi la possedevano), cui seguiranno altri piccoli e grandi accorgimenti che permetteranno a Rocco di far crescere l’attività.

Se Renzo sceglierà una professione che lo porterà fuori dall’azienda agricola (è geometra), Dino e Marco crescono con l’idea di continuare la tradizione. Fin da ragazzi, ancor prima di incamminarsi per la scuola, tappa fissa nella stalla per accudire gli animali. Che crescono in numero, sempre più.

Nel 1972, Cascina Generala raddoppia. Fino ad allora, la famiglia Tosco ne possedeva praticamente una metà: viene acquistato anche l’immobile confinante, abbattuto un muro divisorio e ampliata così la stalla che, complessivamente, poteva ospitare una sessantina di capi. Ma non passano troppi anni che le esigenze di spazio cambiano nuovamente: nel ’79 viene costruita una nuova stalla a tre corsie, attrezzata con il trasporto latte, permettendo alla mandria di crescere ancora di 80 esemplari.

Gli anni Ottanta e Novanta sono caratterizzati da un gran fermento e dall’ingresso ufficiale in azienda dei due fratelli, che subentrano al papà.

Nel 1986 Dino si sposa con Silvana Magnano, da cui avrà tre figli: Luca (’87), Sara (’90) e Matteo (2001). Nove anni più tardi il matrimonio di Marco con Ornella Alloa Casale, che porterà alla nascita di Enrico (’98).

Alcune modifiche alla stalla (1992) precedono il successivo maxi ampliamento dell’azienda, che inizia ad avvalersi anche della manodopera esterna: nel 2003 si costruisce la grande stalla (150 cuccette) a stabulazione libera e la sala mungitura (8+8).

Terminato il suo percorso scolastico, con una laurea in Agraria all’Università di Torino, Luca corona il sogno di trasformare la passione che coltivava da bambino in professione. Così, dopo il 2010 (quando ufficialmente entra in azienda come coadiuvante), a Cascina Generala si fa spazio all’innovazione e cresce sempre più l’attenzione al benessere animale.

Attenzione alla sostenibilità e all’ambiente che si traduce nell’adesione a una cooperativa per la produzione di biogas (con la costruzione di un impianto da 1 MegaWatt) nel 2011, l’utilizzo del cosiddetto green bedding (che premette la separazione del liquame dalla parte solida, riutilizzata come lettiera nelle cuccette) e l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto delle stalle (2021).

La crescita dell’azienda Tosco è progressiva: alla necessità di aumentare la forza lavoro con l’inserimento di un altro dipendente (2016), si arriva all’acquisto di alcuni capannoni a poche centinaia di metri di distanza per dare ricovero alle manze (180 posti) e si amplia la stalla, con la costrizione di una nuova ala (66 cuccette). Anche quella vecchia viene modificata (2019): oggi ospita i vitelli, che vengono alimentati anche grazie a un’allattatrice automatica.

Una ricostruzione della cascina originale

Quasi cent’anni di storia per una cascina che non è mai rimasta ferma e guarda con coraggio alle sfide del futuro. Come a quella legata ai cambiamenti climatici: l’azienda ha partecipato a un progetto europeo (Forage4Climate) che ha dimostrato come l’alimentazione influenzi la quantità di emissioni prodotte dalla mandria, riducendo la produzione di ammoniaca e metano. Erba medica, insilato di erba medica e pastone integrale sono stati – e restano – la base della dieta delle vacche.