Un’etichetta per valutare il benessere

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image of hands feeding red hens with grain, poultry farming concept

Arriva dalla Francia l’ultima proposta per aiutare i consumatori a riconoscere il livello di benessere animale nei prodotti acquistati al supermercato. L’Agenzia per la salute e sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro ha pubblicato delle nuove linee guida che suggeriscono l’introduzione di un sistema di etichettatura (sulla falsa riga del celebre “Nutriscore”) per classificare in cinque livelli (dalla A, il migliore, alle E, il peggiore) la qualità di vita degli animali. La novità sta nel fatto che, a differenza di quanto accade oggi, l’etichettatura non dovrebbe considerare solamente il sistema d’allevamento utilizzato, ma una serie di criteri oggettivi per indicare lo stato di salute degli animali. «Un allevamento di galline ovaiole può anche avere a disposizione dei posatoi, ma se gli animali non li usano perché non sono facilmente accessibili questa caratteristica non contribuirà al loro benessere», spiega Julie Chiron, coordinatrice delle valutazioni dell’Agenzia. Secondo i tecnici i fattori che possono influenzare il benessere di un animale in ogni fase della sua vita sono: caratteristiche genetiche, metodi di allevamento, formazione dell’allevatore, stabulazione, alimentazione, riproduzione, trasporto e macellazione e misure adottate per garantire una buona salute e limitare l’uso di pratiche dolorose. Per gli esperti la valutazione non dovrebbe fermarsi agli animali destinati alla produzione alimentare, ma includere anche quelli allevati per riproduzione e selezione.